Sabato 17 Marzo 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Geremìa 11,18-20; Salmo 7,2-3.9b-12; Vangelo di Giovanni 7,40-53

Vangelo di Giovanni 7,40-53

In quel tempo, 40 all’udire queste parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!» 41 Altri dicevano: «Costui è il Cristo!» Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42 Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?» 43 E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
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Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. 45 Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?» 46 Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!» 47 Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48 Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49 Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!» 50 Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51 «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?» 52 Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!» 53 E ciascuno tornò a casa sua.

Superbia

I capi dei sacerdoti e i dirigenti del popolo mandano guardie ad arrestare Gesù, ma le guardie non eseguono l’ordine, tornando indietro senza Gesù e con una motivazione inammissibile per il loro compito istituzionale. Le guardie non arrestano Gesù perché mai un uomo ha parlato così! Le guardie, nella loro fisiologica ignoranza delle cose religiose, si arrendono di fronte all’evidenza di una sapienza spirituale e intellettuale sconosciuta, inedita, impossibile per l’essere umano e assolutamente autorevole, mentre i sapienti capi religiosi e i saggi del popolo assolutamente no, ritenendo l’evidenza empirica dell’autorevolezza di Gesù un inganno e il sacro timor di Dio, dimostrato dalle guardie, pura ignoranza e popolare superstizione. Cosa oscura la mente e lo spirito dei capi del popolo? La superbia. La superbia non è un atteggiamento, una caratteristica personale, la superbia è una scelta spirituale dell’uomo, una scelta dell’intimo, un giuramento gridato nelle profondità dello spirito. Quando un uomo sceglie dentro di sé la superbia, non solo diventa superbo ma viene dalla superbia posseduto. La superbia determina lo stato e l’orientamento mentale, intellettuale della presunzione, del pregiudizio. La posizione mentale della presunzione ha come derivato emozionale l’arroganza che ha il suo braccio armato nel conflitto e nella violenza. La superbia oscura l’intelligenza e rende gli uomini subalterni agli altri, sottomessi alle loro aspettative e prospettive, anche se il superbo pensa di esser lui a sottomettere e a condurre il gioco delle parti. Nessuna scelta spirituale dell’uomo come la superbia genera e moltiplica a livello psichico emozionale l’insoddisfazione continua e la frustrazione endemica. Più una persona è insoddisfatta e più è superba, più è superba e più è insoddisfatta. Più una persona è insoddisfatta, più è sospettosa, è posseduta dallo sguardo inquisitore e si costringe a vivere nello stato della sospensione. A differenza della vanità, che si occupa e preoccupa dell’effetto che noi produciamo sugli altri, la superbia si occupa e preoccupa dell’effetto che noi facciamo su noi stessi e per questo distorce e degenera irrimediabilmente la percezione di sé e del proprio mondo interiore oltre che del mondo esterno. I capi dei sacerdoti e dei dirigenti del popolo, che hanno avuto la fortuna unica di incontrare Gesù nella loro vita terrena, sono oscurati dalla superbia, sono oppressi da questa scelta interiore che devasta ogni relazione con se stessi, con gli altri, con il creato e Dio. Sono così oppressi e infelici che non riescono a stupirsi e a godere in modo semplice e grato della bellezza di Gesù, della magnificenza della sua persona, della potenza della sua Parola che tutto sana e salva, cosa che riesce immediata e spontanea alle guardie e ai soldati mandati ad arrestare il Maestro. I capi del popolo sono così superbi che hanno trasformato il loro mandato di guidare e proteggere il popolo in un delirio istituzionale per il dominio e la supremazia, capace di renderli ciechi e sordi nei confronti della vita, di ogni vita. I capi insegnano al popolo in nome di Dio e sono così ciechi da non riconoscere il Maestro davanti ai loro occhi. Così superbi che si investono intellettualmente della presunzione di parlare ai popoli come fossero ispirati da Dio e che credono di sapere esattamente quello che Dio vuole e non vuole. Questa è la superbia che rende difficile la compassione di Dio e impossibile quella dell’uomo nei loro confronti. Questa radicale superbia si agita in un’irrefrenabile presunzione psichica, che a sua volta si trasforma in arroganza emotiva nei rapporti con tutti e con il creato; ed è proprio questa superbia che prima o poi arma le mani delle guardie mandate ad arrestare Gesù e quelle dei soldati, da sempre impiegati a difendere solo ed esclusivamente i ricchi e i potenti della terra. Gli eserciti e le guerre non sono di certo stati inventati per difendere i poveri e i popoli ma solo per cambiare la geografia dei domini e i confini delle proprietà del gruppo dei vantaggi (vedi nota per il lettore), per proteggere i loro interessi, sottraendo ai popoli le risorse della terra. Meraviglioso come in questa pagina del vangelo ci venga raccontato che proprio la mano armata dalla superbia del potere, i soldati mandati ad arrestare Gesù, riconosce l’autorevolezza e la potenza di Gesù e se ne torna dai suoi capi, rischiando carcere e frustate, per dire: Mai un uomo ha parlato così! Meraviglioso, perché i figli di Dio, pur schiavizzati dall’inganno dei potenti in cui sono caduti, se si tengono lontani dalla superbia, mantengono nel cuore un angolino dove è sempre possibile riconoscere lo splendore della vita e di Dio e ricominciare a vivere. Meraviglioso, perché le guardie, la mano armata dalla folle superbia dei potenti, non sono riuscite e non hanno voluto arrestare Dio, arrestare i passi dell’Innocente, le parole dell’Assoluto, i miracoli dell’Altissimo. Meraviglioso, perché le guardie, non arrestando Gesù, hanno paradossalmente difeso l’umanità e per una volta non hanno difeso il potere. Meraviglioso umorismo di Dio.

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