Procedura di vita
La legge non è la meta e nemmeno il mezzo per giungerci. La legge non è la cima e nemmeno il sentiero per arrivarci. Se la tua casa si raggiunge con una gradinata, la legge non è la tua casa e nemmeno la gradinata per raggiungerla, la legge può essere solo il corrimano della gradinata. È terribilmente ingannevole e perversa la sensazione di appagamento e successo indotta nella mente dall’osservanza della legge. Anche gli aguzzini si sentono appagati e con la coscienza a posto dopo aver torturato i loro prigionieri, se questo era il comando ricevuto e la legge da rispettare. Niente al mondo può inzuppare il cervello di velenosa melassa satanica mentale come la piacevole sensazione di sentirsi a posto per aver compiuto il proprio dovere. Niente è più pericoloso per la mente umana del distorto senso di soddisfazione, compiacimento, gratificazione che può derivare dalla convinzione di aver seguito e perseguito una legge con la determinazione della volontà. Per capire quanto questo processo sia perverso e satanico basta chiedersi a quale persona al mondo piacerebbe essere amata, desiderata, accudita e protetta da un’altra persona che fa tutto quello fa per sforzo di volontà, per seguire un dovere, per rispettare un precetto o un principio. Non si può amare per forza, per decreto, per costituzione, per dovere e legge. Dio, Amore supremo, non ha dato all’uomo le sue divine leggi perché l’uomo seguisse le sue leggi, è assurdo, ignobile, sconsolante solo pensarlo. Non può essere il senso del dovere che regge una famiglia, un decreto che favorisce una relazione d’amore, una costituzione che genera fiducia. La legge non è il fine, mai, e questo vale per tutte le leggi, anche per le leggi di Dio. Le leggi di Dio – che comunque sono state date all’uomo solo ed esclusivamente per lo stato di durezza del suo cuore – non sono state date all’uomo con il fine di fargli seguire la legge ma perché l’uomo imparasse a seguire Dio. L’uomo non può avere in cuore e nella mente la legge, ma Gesù e la sua Parola di amore e libertà. Ed è Gesù, è lo Spirito Paraclito che ci dà la forza e la grazia per seguire Gesù, sarebbe sciocco negare l’evidenza, negare che è lui a lavorare in noi, a donarci tutte le forze e le ispirazioni e che noi non possiamo fare niente da soli.
Dunque qual è la prima di tutte le leggi? In verità il testo non parla di leggi, ma di comandamenti, letteralmente di procedure, in greco entolài. Il greco entolènon implica un precetto in sé né un regolamento imposto, non si gioca sul piano dell’ordine o del divieto, indica piuttosto il sistema interno di funzionamento, la procedura corretta affinché una realtà possa sussistere, essere attiva, efficace e valida. Qual è la prima delle procedure? Questa è la domanda.Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima,con tutta la tua mente e con tutta la tua forzaè la risposta di Gesù. Gesù non ha incertezze, l’unica procedura di come tutto funziona e ha significato è l’amore e prima di tutto l’amore per Dio. Tutto nella vita dell’uomo, salute, benessere, armonia, relazioni, realizzazione personale, evoluzione collettiva dipende esclusivamente dal rapporto dell’uomo con Dio. Tutto dipende dall’amore o dalla mancanza di amore. Non ci sono sofferenza, dolore, malattia, miseria sotto questo cielo che non dipendano direttamente da una mancanza di amore. Non ci sono gioia, felicità, salute, benessere sotto questo cielo che non dipendano direttamente dalla presenza dell’amore.
Deuteronomio 6,5, letteralmente dall’ebraico: E amerai il Tetragramma-Nome-Dio di te con tutto il tuo cuore-logos pensante-modo di logare[ebraico: lèv] con tutta la tua anima corporata-soffio vitale[ebraico: nèfesh]e con tutto il meglio[ebraico: meòd] di te.
Deuteronomio 6,5, letteralmente dal greco nei versetti di Marco: E amerai (il) Signore il Dio di te dall’intera tua kàrdia – “il cuore fisiologico, l’interno, il centro, il midollo fondante” – e dall’intera tua psyché – il dono divino fatto all’uomo di avere un “cuore emozionale-pensante”– e dall’intera tua diànoia– “intenzione, idea, progetto, scopo”, è il prodotto della psyché, l’effetto dell’azione del pensare – e dall’intera tua iskhýs– “forza, vigore, potenza, saldezza”.
Alla prima procedura Gesù aggiunge questa che è la seconda, ma in verità ne è solo la diretta e ovvia conseguenza: Amerai il tuo prossimo come te stesso.Questo versetto è presente in Levitico 19,18. Amareè traduzione del verbo greco agapào, “amo, accolgo con amore, prediligo, preferisco”. In ebraico la radice ’hv, “amare, essere preso d’amore per” – da cui il sostantivo ’ahavah, “amore” – è priva delle distinzioni che fa la lingua greca per il sostantivo “amore”. Il greco distingue tra èros, “desiderio o passione carnali”, philìa, “amicizia”, agàpe, “amore di predilezione”. Quando agapào deve tradurre la categoria dell’amore così com’è intesa nel mondo semitico, esprime tutti gli ambiti dell’amore: dall’unione tra uomo e donna, all’amicizia fedele verso l’amico, dall’amore cosmico e universale all’amore di lealtà che connota il rapporto tra il re e i suoi confidenti, “coloro che vedono il suo volto”, perché vedere il volto del re significa avere la sua fiducia e ancor più significa che è stato reciprocamente superato il confine della paura, del timore, del sospetto e del compromesso. Vedere in pace e totale armonia e fiducia il volto del re è l'espressione più alta dell’amore concepita nella bibbia, più antica ancora della metafora coniugale tanto usata dai profeti.Vedere il volto del re è la stessa cosa che essere uniti a colui che è stato dato al popolo come guida e riferimento, protezione e sicurezza, punto di unione e unità, di forza e conoscenza, a colui che ha il compito di condurre le genti a Dio.
Nel vangelo l’amore è la nuova legge, la nuova direttiva, è entrare dentro una nuova realtà. Nel vangelo l’amore è rivelato come la procedura per cui tutto può funzionare in armonia e ha significato.