Martedì 6 Marzo 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Danièle 3,25.34-43; Salmo 24,4-5b.6.7c-9; Vangelo di Matteo 18,21-35

Vangelo di Matteo 18,21-35

In quel tempo, 21 Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25 Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27 Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!” 29 Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30 Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?» 34 Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Necessario

È Pietro che chiede. Pietro vuole le regole, le leggi, i principi. Quante volte devo perdonare? Gesù non risponde con un principio, ma con una procedura di metodo.
Il metodo di Gesù riguardo al perdono e alla misericordia, nel testo del vangelo, si esprime così: Non dovevi anche tu aver pietà,letteralmente:non era necessario[greco: dèoanche (per) te avere misericordia[greco: eleèo]. Per esprimere l’azione dell’avere misericordia, il greco non usa qui il verbo splagchnìzomai, ma eleèoL’azione dello splagchnìzomai, “mi muovo/sono mosso a pietà, mi commuovo”, appartiene alle viscere di Dio, infatti è verbo denominativo da splàgchnon, “viscere, visceri”, la sede della misericordia, dell’amore di Dio. Dio all’uomo non chiede questo, chiede piuttosto l’azione riferita al verbo eleèo. Eleèoè lo stesso verbo chetroviamo nelle Beatitudini, lì dove è scritto: Beati i misericordiosi perché saranno misericordiati. Nella cultura greca il sostantivo èleos significa sentimento che porta a commuoversi dinanzi alle sofferenze altrui, a parteciparvi. Infatti èleos,originariamente “desco, mensa”, deriva da lèion,“coltello dell’aratro”, dal sanscrito lavas,“taglio, il tagliare”. Letteralmente è “ciò che taglia l’animo”, da cui “misericordia, pietà, compassione”. Misericordiare non è soltanto un moto dell’anima ma è un’azione, un intervento, un modo preciso di affrontare la realtà con tutto il proprio essere, anima, mente, corpo. Misericordiare è quel certo modo, quel modo certo di fare che identifica sempre le opere e le azioni di Dio e che secondo il vangelo deve identificare i figli di Dio e i discepoli di Gesù. Misericordia voglio, non sacrificiè scritto più e più volte in tutta la bibbia. Misericordiare è un atto di purissima benevolenza, non di pietà, è favore pieno, non commiserazione, è un atto di nobiltà sublime che manifesta la regalità di chi lo compie nell’istante in cui riconosce la regalità dell’essere che lo riceve.
Secondo il metodo di Gesù, la procedura del perdono è tutta in quel non era necessario [greco: dèo]anche (per) te avere misericordia. Per Gesù il perdono, l’aver misericordia e compassione dei fratelli è una necessità, una necessità assoluta che deriva dal fatto incontrovertibile che Dio ha misericordia di noi. Secondo il vangelo, il gettito personale cardiaco della misericordia verso i fratelli oltrepassa la sfera della scelta ed entra nella sfera della necessità. Avere misericordia dei fratelli è necessario, nel senso di indispensabile per non vedere la morte e la distruzione della nostra vita. Il fatto che Dio abbia sempre misericordia di noi rende l’azione della nostra misericordia con i nostri simili una conseguenza senza opzioni. Come un uomo che vuole vivere deve considerare il respirare una necessaria indispensabilità, così un uomo che desidera essere perdonato da Dio, non può considerare il perdono verso i fratelli un’opzione ma una necessaria indispensabilità. Il fatto che per l’uomo la misericordia e il perdono per i fratelli rimangano nella sfera delle opzioni spirituali, delle scelte, e non delle necessità incontrovertibili, procura lo sdegno di Dio, come dice letteralmente il testo, che biblicamente viene espresso con il verbo oghìzo, verbo che indica irritazione dell’anima, movimento di allagamento impetuoso che sconquassa dall’alto al basso, cambiando i connotati a ciò che travolge. C’è poco da argomentare, per chi desidera essere perdonato e misericordiatoda Dio, perdonare i fratelli non è un’opzione, il testo non lascia dubbi interpretativi: Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello. Non perdonare è il modo più certo per essere cancellati dal libro della vita, è la procedura più potente ed efficace per rinnegare Dio e il suo amore, rendere vani i suoi disegni su di noi e unirsi intimamente a Satana per allearsi con lui.

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