Sabato 17 Febbraio 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Isaìa 58,9b-14; Salmo 85,1-6; Vangelo di Luca 5,27-32

Vangelo di Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù 27 vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!» 28 Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
29 Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30 I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?» 31 Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32 io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Muoversi

Gesù si muove nell’energia potentissima e completamente rivitalizzante della sua forza guaritrice e liberante, si muove assorbito e immerso nel mare della compassione, della comprensione, della misericordia graziosa e gentile dell’accoglienza di tutti i suoi figli, soprattutto dei più piccoli, bisognosi, feriti, indeboliti, rattristati, interiormente confusi e in ricerca. Gli uomini di religione e i teologi-biblisti che lo osservano si muovono assorbiti e immersi nel mare oscuro del giudizio, nel fango velenoso e diffamante della calunnia, nelle sabbie del brusio affogante della mormorazione. Gesù si muove nello spazio vitale dell’amore. Gli uomini di religione e i teologi-biblisti si muovono nello spazio mortale della mormorazione. Gesù Dio si muove verso l’umanità nel terreno dell’amore totalmente accogliente di ciascuno, di ogni uomo. Gli uomini di religione e i teologi-biblisti si muovono verso Gesù-Dio e, di conseguenza nei confronti dell’uomo, nel terreno della discriminazione, del giudizio separante ed escludente, nella fastidiosa mormorazione. Perché gli uomini di religione e i teologi-biblisti si muovono e si comportano così con Gesù? Perché sono così determinati a muoversi sempre irrimediabilmente immersi nel mare del giudizio e del sospetto? Perché non conoscono altre vie che la mormorazione e la calunnia? Perché si sentono deboli. Si sentono deboli nei confronti di Gesù. Sentono di non poterne avere il controllo, sentono di non avere intelligenza adeguata per obiettare contro di lui in modo intellettualmente onesto e razionalmente motivato. È proprio quando la mente si sente troppo debole per rispondere alle obiezioni dei suoi avversari, che la sua attività intellettuale si arrocca in risposte adatte solo a gettare sull’avversario il sospetto sulle motivazioni che stanno dietro le sue obiezioni. È quando la mente si sente debole che si avvale unicamente del brusio della mormorazione, invece che del ragionamento della ragione obiettiva. Nella proporzione in cui la mente si sente già vinta dall’evidenza della ragione dell’avversario, così essa si avvale della propria perversa possibilità di negare l’evidenza, fino a generare pensieri esclusivamente di conflitto e di separazione. Gli uomini di religione e i teologi-biblisti si muovono con Gesù negando l’evidenza della sapienza e della luce sconfinata del suo messaggio e cercano di infangare la sua persona con sospetti, mormoramenti e calunnie semplicemente perché si sentono deboli. L’atto di forza della mente, che usa le sue capacità di raziocinio per screditare e avvolgere nel sospetto il suo nemico, è esattamente proporzionale alla sua debolezza. Gli uomini di religione e i teologi-biblisti del tempo di Gesù si sentivano deboli nei suoi confronti ma non volevano ammetterlo e così hanno perso la stupenda occasione di rapportarsi con amore e intelligenza con il Signore, il Figlio di Dio Altissimo. I piccoli del mondo, i poveri, i peccatori, la gente di malaffare, invece, che non avevano problemi a riconoscersi bisognosi e deboli, hanno potuto gustare la potenza e la graziosissima amicizia, compassione e comprensione di Dio Altissimo, di Gesù il Re dell’universo.

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