Venerdì 26 Gennaio 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Seconda lettera a Timòteo 1,1-8; oppure: Lettera a Tito 1,1-5; Salmo 95,1-3.7-8a.10; Vangelo di Luca 10,1-9

Vangelo di Luca 10,1-9

In quel tempo, 1 il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
2 Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3 Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9 guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Huiòs eirènes

La messe abbondante a cui si riferisce Gesù è l’umanità, l’umanità che vive nella separazione e nella divisione, lontana da Dio e da se stessa in uno stato di prostrazione  e desolazione che si esprime nell’assenza totale di pace e di benessere. Questa messe abbondante abbisogna di huiòs eirènes, “figlio della pace”, letteralmente, figlio di pace. L’espressione semitica “figlio della pace” ha diversi significati, significa uomo pacifico, ma anche uomo aperto alla pace, uomo destinato alla pace. L’umanità divisa e separata in se stessa ha bisogno di essere inseminata dal seme di luce degli uomini figli della pace, aperti alla pace, uomini destinati alla pace, uomini dell’unità. Gesù invia i suoi huiòi eirènes (huiòi, “figli”, plurale di huiòs) perché incontrino altri huiòi eirènes per moltiplicare la forza e la luce dell’unità e della pace. Ma il numero degli huiòi eirènes da poter inviare è molto ridotto in proporzione al bisogno di pace e di unità che c’è. Quando Gesù dice pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe, non intende che l’umanità debba pregare perché Dio Padre mandi operai di pace all’umanità più numerosi, quasi che si possa implorare Dio di essere più solerte e attento, premuroso e puntuale nel fornire huiòi eirènes al servizio del Regno, affinché l’umanità ritrovi la sua pace e unità. Le parole di Gesù sono un invito incredibilmente innovativo e inedito. Gesù invita l’umanità e la chiesa a pregare Dio perché Dio Padre sostenga con la sua forza molti dei suoi figli a rimanere uomini di pace e di unità in un mondo proteso alla vendetta, avvelenato dal dominio dell’ira e del rancore. Gesù invita l’umanità e la chiesa a pregare Dio incessantemente perché Dio Padre dia la sua forza a un numero sempre maggiore di figli affinché rimangano o tornino a essere huiòi eirènes, agnelli di pace in un mondo pieno di lupi rapaci e feroci predatori, per mettersi a servizio dell’abbondante messe dell’umanità ammalata di divisione e separazione in ogni sua dimensione esistenziale. Non ci si può consacrare a Dio per l’umanità senza consacrarsi e votarsi all’unità costi quel che costi. Alla messe non mancano vocazioni, mancano huiòi eirènes pronti a scegliere l’unità e la pace al di sopra di tutto e di ogni cosa, al di sopra e prima di ogni interesse.
Gli huiòi eirènes non sono perfetti ma devono aver deciso fermamente e definitivamente la via dell’unità e della pace nel loro cuore come l’unica via praticabile. Quando gli huiòi eirènes, gli operai di Dio, si lasciano convincere dalla forza del denaro per dominare la messe dell’umanità, tradiscono il loro mandato, perché diventano generatori di divisione e non di unità e non sono più figli della pace. Quando gli huiòi eirènes si appoggiano alla potenza della borsa, del mercato, del profitto per soggiogare la messe dell’umanità, sono produttori di divisione e non di unità. Quando gli huiòi eirènes affidano il loro destino ai loro interessi per riempire la sacca della loro avidità, del possesso e della sicurezza, sono propagatori di divisione non di unità. Quando gli huiòi eirènes, gli operai di Dio, si insuperbiscono per il loro potere e prestigio e si gloriano dei loro contatti altisonanti con i potenti del mondo, sono seminatori di separazione e non di unità.
Una notizia per tutti. Per gli operai di Dio, per i figli della pace, per gli agnelli del vangelo, per i lupi rapaci del mondo, per i superbi arroganti dominatori dei grandi regni, per chi vive per riempire la propria borsa e la propria sacca, depredando la gente e i popoli, una notizia importante: È vicino a voi il regno di Dio, molto più vicino di quanto chiunque possa immaginare e pensare. Il Regno di Dio è vicino, molto vicino, nel senso che è già tra noi, ma anche che sta tornando, sta tornando a consolare il grido dei poveri, a zittire la voce dei superbi, a confondere la mente dei sapienti del mondo, a riempire di polvere i progetti dei lupi rapaci, a ripristinare l’unità e la pace. Quando il regno di Dio tornerà sulla terra, ai potenti lupi rapaci non basteranno i loro bunker per nascondersi e proteggere se stessi, non basteranno. E non basteranno agli operai di Dio, ai figli della pace, agli huiòi eirènes le lacrime di commozione e i canti di lode, gli inni di benedizione e di festa, no, non basteranno.

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