Sabato 13 Gennaio 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Primo libro di Samuèle 9,1-4.17-19.26a; 10,1a; Salmo 20,2-7; Vangelo di Marco 2,13-17

Vangelo di Marco 2,13-17

In quel tempo, Gesù 13 uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14 Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
15 Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?»
17 Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Riconosce chi si riconosce

Gesù ha le sue preferenze. A tavola e sulla strada, quando mangia e beve, quando cammina e attraversa città e villaggi, preferisce la compagnia di coloro che dal sistema religioso sono riconosciuti uomini peccatori e dal sistema legale sono riconosciuti uomini di malaffare. Gesù ha una preferenza indiscutibile per costoro. Perché? Perché questi si riconoscono, gli altri no. L’uomo che riconosce i propri errori e riconosce che può commettere errori è un uomo che viene riconosciuto da Gesù e ha immediatamente la sua preferenza. L’uomo che non riconosce i propri errori e li nasconde per poi incolpare gli altri non viene riconosciuto da Gesù e non ha la sua preferenza. Gesù sa perfettamente che tutti gli uomini commettono errori e peccati, provocano ferite e ricevono ferite, sa esattamente che siamo sottoposti a infinite tentazioni e che siamo molto vulnerabili, peccatori, cioè che non abbiamo una buona mira rispetto alle procedure evangeliche e alla via diritta di Dio. Il termine greco amartìa, “peccato”, letteralmente significa “mira sbagliata, sbaglio di mira”. Gesù sa che l’errore è parte del nostro cammino e del nostro progresso verso Dio e l’amore. In ogni passo, anche se sbagliato, c’è un passo verso una verità più alta, c’è l’anelito al bene e al bello. Quel giorno, lungo il mare, ancora lungo il mare come è accaduto per le altre chiamate, anche Matteo viene chiamato, non perché era il migliore, ma perché era pronto a riconoscersi e a essere riconosciuto. Era pronto a riconoscersi nell’errore senza nascondersi e senza paura, senza giudizi, condanne e sensi di colpa, era pronto a umiliare il suo ego e la sua reputazione, per illuminare la sua vita di una nuova luce. Matteo era pronto a cambiare, a migliorare, a crescere e dunque a essere riconosciuto dal Maestro per essere chiamato a seguire il Maestro. Gesù non può essere medico per chi non si riconosce ammalato, non può essere medicina per chi non si riconosce debole e ferito. Gesù non può essere liberazione e vita per chi non si riconosce schiavo e morente, non può essere conoscenza e ripristino nell’integrità per coloro che non si riconoscono ignoranti e decentrati dall’asse della vita divina. Gesù riconosce chi si riconosce, da come si riconosce.

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