Giovedì 4 Gennaio 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Prima lettera di Giovanni 3,7-10; Salmo 97,1.7-9; Vangelo di Giovanni 1,35-42

Vangelo di Giovanni 1,35-42

In quel tempo, Giovanni 35 stava con due dei suoi discepoli 36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!» 37 E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
38 Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?» Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?» 39 Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42 e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Fissando lo sguardo

È fissando lo sguardo che ci si innamora. È fissando lo sguardo che si decide. È fissando lo sguardo che si ama, che si attende, che si conosce, che si prega, che si medita. È fissando lo sguardo che si decide perdono o vendetta, compassione o rancore. È fissando lo sguardo che si vede oltre o si decide di non guardare più da quella parte. È fissando lo sguardo che Giovanni Immergitore riesce a vedere Gesù fino a dentro al cuore e lo riconosce come l’Agnello, il mite, umile, divino Agnello di Dio. È fissando lo sguardo su di lui che riesce ad annunciarlo ai suoi discepoli in modo così liberante e potente da creare una nostalgia infinita in chi lo ascolta. È fissando lo sguardo che Gesù, il Maestro, ama Pietro, lo guarda dentro, lo sceglie, lo ridefinisce, lo fa rinascere da dentro come Cefa. È fissando lo sguardo su di lui che giorno dopo giorno ci innamoreremo di lui, fino al punto che lui e lui solo vivrà in noi, dentro di noi, e noi saremo immersi in lui, perché noi siamo quelli sui quali lui ha fissato lo sguardo, il suo sguardo dall’eternità e per l’eternità.
Quando ci sentiremo addosso e dentro il suo sguardo di amante, allora la consapevolezza ci concederà di diventare ciò che siamo, figli di Dio.

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