Lunedì 25 Dicembre 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Isaìa 52,7-10; Salmo 97,1-6; Lettera agli Ebrei 1,1-6; Vangelo di Giovanni 1,1-18

Vangelo di Giovanni 1,1-18

1 In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2 Egli era, in principio, presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
4 In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
6 Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8 Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
9 Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10 Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
11 Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
12 A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14 E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15 Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
16 Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
17 Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18 Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Logos

Viene tradotto con verbo, parola, ma in verità il termine greco logos porta in sé una vastità di significati che difficilmente può essere racchiuso nel termine parola o verbo. Nel mondo ebraico logos trova la sua corrispondenza nel termine davàr, “parola-realtà”, carico di forza vitale, dinamicità e movimento. Nella Parola divina la parola e la realtà coincidono sempre e perfettamente e in questo senso la Parola è Verità, sempre. La Parola divina è realtà capace di dare vita. Logos dalla radice leg- ha il significato fondamentale di “raccogliere, riunire, dare un ordine, rendere manifesto, rivelare, unire”. In senso evangelico Giovanni ha identificato Gesù con il termine Logos, perché Logos esprime non solo la Parola del Dio vivente, ma anche il suo intimo e profondissimo dialogo interiore, il suo personalissimo pensare e progettare. Logos è l’intimo, inconoscibile, irraggiungibile, cuore pensante e amante di Dio. Dire Logos è dire il cuore dell’Uno e del tutto, il cuore del cuore di Dio. Tutta la vita, in tutti i multiversi visibili e invisibili, è scaturita da un’unica, sola, morbidissima scintilla di suono e luce del Logos, che poi si è suddivisa man mano, e non per dividersi ma per moltiplicare i nodi della vita. Di nodo in nodo si è espansa armoniosamente e amorevolmente in ogni realtà vivente e in ogni cosa, come una rete di vibrazioni e di luce d’amore, fino a costruire il tappeto sconfinato, il tappeto della vita appunto. Quando una persona guarda una stella lontanissima, con gli occhi vede una stella, ma se gli occhi fossero immersi nella forza della conoscenza, dovrebbero vedere una scintilla di Dio a forma di stella, perfettamente collegata attraverso la rete infinita della vita alla prima scintilla generante del Logos. Così quando si guarda una mano, un albero, una cascata o un falco. L’occhio mentale non riesce a vederne e a goderne il collegamento, ma la vita è un tappeto di infiniti e incalcolabili nodi di luce tutti legati tra loro e uniti al nodo iniziale di quella scintilla di suono e luce che il Logos ha pronunciato.
Allo stesso modo in cui tutto di ciò che è stato creato proviene dal Logos, dal dialogo intimo e amante di Dio, così tutto e ogni cosa è indefettibilmente tenuto unito e raccolto dal Logos, perché tutto si muova e cresca nella luce e un giorno sia ricondotto a Dio, al cuore del cuore di Dio. Gesù è l’incarnazione umana del Logos di Dio. Gesù è colui dal quale tutto è uscito in nome di Dio, colui per il quale tutto è unito per volontà di Dio, colui per il quale tutto è raccolto e ricondotto a Dio, per misericordia di Dio. In ogni cellula, atomo e fibra del nostro essere brilla e vibra il suono e la luce del Logos, e tutto in noi vive unicamente per la grazia e la potenza trasmessi ogni istante dal Logos. Quindi cosa ci può essere di più indispensabile e meraviglioso per tutto il nostro essere pneumopsicosomatico di restare vicino alle frequenze vitali e rivitalizzanti del Logos, per ricaricarsi di energia vitale e di bellezza divina? Forse l’umanità non ha ancora iniziato a comprendere la potenza dell’immenso dono che Gesù ci ha fatto, di potere leggere e ascoltare cioè, ogni volta che lo desideriamo, la sua Parola, il suo vangelo. È un’occasione stupenda e vantaggiosissima per poter avvicinare tutto il nostro essere alle vibrazioni del Logos, fino a immergerci nelle stesse vibrazioni da cui siamo nati e di cui siamo fatti. In verità non dovremmo leggere e ascoltare il vangelo per riuscire a entrare nel testo e cercare di capirlo, ma affinché la Parola entri in noi. Noi ci avviciniamo alla Parola, ma in realtà è la frequenza vitale e rigenerativa che entra nei nostri circuiti mentali e spirituali, così che le vibrazioni divine si sostituiscono a quelle malsane e velenose dei nostri pensieri umani. Non solo il nostro spirito ma tutte le molecole del nostro essere si inebriano di gioia e potenza quando possono ascoltare la Parola, la vibrazione del Logos nella Parola del vangelo.
C’è un’altra modalità con cui possiamo immergerci nelle frequenze del Logos e lasciare che entrino in noi con il loro benefico influsso guaritore: è il dono incommensurabile dell’Eucaristia, la presenza reale del Logos nel pane e nel vino della cena santa.
C’è anche un terzo modo per avvicinarci e farci compenetrare dalle sue vibrazioni divine e amanti e passa misteriosamente per i piedi. Il Logos di Dio, Gesù, il Figlio del Padre, ha lasciato questa terra lasciandoci un dono che è un colpo di genio assoluto, possibile solo alla sua maestosa fantasia divina: la lavanda dei piedi. Gesù ci ha lasciato e insegnato la lavanda dei piedi come uno dei modi più sublimi per nutrirci, alimentarci delle sue vibrazioni divine scambiandoci gli uni gli altri la forza e la grazia dell’amore partendo dai piedi. I piedi sono la parte del corpo che si sporca di più perché è sempre a contatto con la polvere, il fango, le impurità, gli attaccamenti della terra. I piedi rappresentano ciò che siamo. Rappresentano esattamente come siamo, impolverati dalle preoccupazioni e dalle ubriacature terrestri, sudati per l’ansia di prestazione e di dimostrazione, sporchi del fango della corruzione, dell’ingiustizia, del rancore e della rabbia, duramente ammaccati e feriti dalle botte inferte e ricevute. I piedi sono anche il punto più lontano dalla testa, lontano dai pensieri, dalle convenzioni, dalle convinzioni, dalle opinioni. Lavare i piedi significa incontrare l’uomo e amarlo per quello che è senza l’intermediazione della mente e del sistema del pensiero. La lavanda dei piedi è una summa totalizzante dell’amore e delle sue forme più sublimi. La lavanda significa accoglienza umile dell’altro così com’è e non come vorremmo che fosse. La lavanda è servizio umile, grato, attento, gratuito. La lavanda è comprensione della sporcizia che c’è in ciascuno e non c’è nulla che lava le sporcizie dell’uomo più della comprensione e della misericordia. La lavanda è il perdono offerto e chiesto, è aver cura dell’uomo, è condivisione.
Un giorno non lontano non ci sarà malattia che non potrà essere guarita con una santa cena e una santa lavanda dei piedi. L’umanità non ha ancora capito che l’amore è il mezzo, l’unico reale mezzo di trasmissione delle vibrazioni di Dio. Non c’è nulla nel mondo che trasmette Dio e le sue salvifiche e guarenti vibrazioni come l’amore, l’amore come ce lo insegna il Logos, non come lo insegnano gli addestramenti e le convinzioni umane.
Annunciato dalle stelle, nella culla di Betlemme, adagiato tra fasce e fieno, ci viene a fare visita il Logos di Dio, la sua meravigliosa e affascinante incarnazione. Benedetto, benedetto, benedetto Gesù-Logos bambino.

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