Mercoledì 6 Dicembre 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Isaìa 25,6-10a; Salmo 22,1-6; Vangelo di Matteo 15,29-37

Vangelo di Matteo 15,29-37

In quel tempo, 29 Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò.
30 Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, 31 tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
32 Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». 33 E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?»
34 Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?» Dissero: «Sette, e pochi pesciolini».
35 Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36 prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37 Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Sette sporte

L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù, di colui che aveva il potere di guarire ogni malattia e infermità, e l’ha eliminato violentemente e il prima possibile dalla faccia della terra. Così, però, si è liberata anche di colui che, solo, poteva rivelare all’umanità le conoscenze e le procedure utili per riuscire dove tutti gli altri avevano fallito miseramente: guarire tutte le malattie e le infermità. Così il nemico dell’umanità ha riempito le sue sei sporte, quelle della sofferenza e del tormento, le ha riempite a dismisura. L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù e delle sue potentissime ed efficacissime procedure evangeliche, ma così si è liberata anche della sapienza e della divina forza della conoscenza, indispensabili all’uomo per vivere nel pieno benessere, nella ricchezza, in pace, sano e felice. Così le sei sporte dell’umanità, quelle dell’ignoranza, della stupidità, dell’inconsapevolezza, si sono riempite a dismisura. L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù e dell’energia rigenerante della sua presenza amante, ma così si è liberata anche della tenerissima energia rivitalizzante della sua infinita compassione e misericordia, e si è liberata dell’esperienza liberante e pacificante del perdono da chiedere e da offrire. Così le sei sporte dell’umanità, quelle della paura, della rabbia, della violenza, si sono riempite a dismisura. L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù e della potenza salvifica e sanante della sua Parola, ma così si è liberata anche di colui che  tra tutti i messia invocati dall’uomo è l’unico che veramente può salvare e sanare tutto e tutti. Così le sei sporte dell’umanità, quelle del dolore e dell’angoscia, si sono riempite a dismisura. L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù in tutti i modi e in qualsiasi contesto sociale, scientifico, religioso, culturale, economico, politico, ma così si è liberata anche di colui che può fornire le conoscenze e le energie indispensabili per evolvere l’umanità affinché impari a gestire e a distribuire le ricchezze e le risorse di ciascuno e del pianeta in modo armonioso, semplice, pacifico, gratificante, gioioso, funzionale, divertente. Così le sei sporte dell’umanità, quelle della miseria, dell’oppressione, si sono riempite a dismisura. L’umanità si è liberata delle dolcissime mani di Gesù, e così è diventata schiava delle catene di qualcun altro. L’umanità si è liberata della Parola di Gesù, e così si è lasciata ingannare dalle parole di qualcun altro. L’umanità si è liberata dell’amore di Gesù, e così si è sentita sola, disperatamente sola, sola della solitudine di qualcun altro. L’umanità si è liberata della provvidenza premurosa di Gesù, e così si è lasciata schiacciare e opprimere dalle attenzioni letali di qualcun altro. Così le sei sporte dell’umanità, quelle dell’indigenza, della fame, della desolazione, si sono riempite a dismisura.
L’umanità si è liberata della terapia salvifica e sanante di Gesù, e così si è sottoposta alle cure di qualcun altro che l’ha resa ammalata cronica, incurabilmente sfinita, permanentemente ferita. L’umanità si è liberata dell’abbraccio consolatore e difensore di Gesù, e così ha conosciuto l’essenza della disperazione e della paura e l’apoteosi della tristezza e del conflitto. L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù, ma nessuna intelligenza si è aggiunta al suo capire e nessun vantaggio ha conosciuto la sua esistenza. L’umanità ha ritenuto una scelta intelligente e vantaggiosa liberarsi di Gesù ma, liberandosi di Gesù, ha allontanato da sé la propria salvezza e la propria luminosa evoluzione, e vuote sono rimaste le sporte del benessere e della pace. L’umanità ha voluto liberarsi per sempre di Gesù, ma Gesù non vuole affatto liberarsi dell’umanità e, con pazienza infinita, desidera accompagnare ancora una volta i suoi figli in cima al monte della sua compassione, dove tutti da lui possono essere guariti e sanati nello spirito, nella psiche e nel corpo e saziati dei doni della sua pienezza. Gesù non desidera liberarsi dell’umanità, desidera anzi donare a tutti i suoi figli le sette sporte piene della sua pace e della sua gioia. Ma le sette sporte della pienezza della pace e della gioia, che Gesù desidera donare all’umanità, sono piene di tutti i doni che i figli di questa generazione sono stati disposti con umiltà, intelligenza, coraggio, amore, dedizione a mettere in gioco per il bene dell’umanità senza pensare al prestigio, all’avidità, al potere, sono piene dei doni che Gesù può moltiplicare fino all’orlo.

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