Giovedì 31 Agosto 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Prima lettera ai Tessalonicési 3,7-13; Salmo 89,3-4.12-14.17; Vangelo di Matteo 24,42-51

Vangelo di Matteo 24,42-51

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 42 «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
45 Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? 46 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! 47 Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
48 Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, 49 e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, 50 il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, 51 lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

Servi

È possibile agire nella vita da servo fedele. Il servo fedele sa che il mondo e la vita sono un dono di Dio, non sono una proprietà personale e, per quanto egli si senta a casa propria in questa terra meravigliosa, non dimentica mai che il Padrone di casa è un altro. L’atteggiamento mentale e spirituale, che mai dimentica che il Padrone di casa è un altro, permette di vivere questa vita e questa terra come un dono, come una speciale predilezione, come un’occasione ricchissima e irripetibile, permette di scegliere di rispondere al dono della vita con una vita piena di amore, una vita intera di amorevole servizio all’uomo, una vita completa di frutti, una vita come lo Spirito da dentro chiama che sia. L’atteggiamento mentale e spirituale, che dimentica che il Padrone di casa è un altro, porta a vivere questa vita e questa terra in un profondo e dilaniante senso di sospensione e sfida, porta a considerare la vita come una strada senza vie di fuga, come un peso da cui svincolarsi, un dovere per schiavi precettati che vivono ogni secondo tristi e in rivolta. È così che l’esistenza si tramuta in un’occasione utile solo a risolvere i propri interessi e a perseguire i propri vantaggi, tra rigurgiti di frustrazione, attacchi di violenza e sete inestinguibile di successo, possesso e potere. Questo atteggiamento mentale e spirituale conduce irrimediabilmente l’uomo a svuotare la vita, ogni vita, del suo valore intrinseco e sacro, e lo trascina in un’esistenza vergognosa, senza pace, nel degrado totale e nella piena ipocrisia.
È alla luce di queste due possibili scelte rispetto alla vita che le parole di Gesù, vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà, acquistano un tono e un valore particolare, ma non univoco. Infatti, per coloro che, servi fedeli, hanno cercato con tutto il cuore di vivere la vita come un dono a servizio del bene, del bello, della giustizia, della misericordia e della fedeltà, le parole di Gesù, vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà, non sono altro che il meraviglioso annuncio che Lui, il Signore, l’Amore amato, può tornare da un momento all’altro. Per chi lo ama, è l’annuncio del ritorno, anche improvviso, dell’amato, e non può che suscitare nel cuore gioia, entusiasmo, eccitazione santa, gratitudine e brividi celesti. Ma, per coloro che, servi malvagi, hanno abusato con tutta la forza e la violenza della vita e dei viventi, per condurre una vita a servizio del potere, della propria convenienza, della vanagloria, nella competizione e nel conflitto, le parole di Gesù, vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà, hanno un suono e un significato diversi, molto diversi. Sono il temibile annuncio che Lui, il Signore, il Re dei re, può tornare da un momento all’altro, e può usare la potenza del creato e della vita stessa per mettere al loro posto coloro che, con venefica ipocrisia, in nome dei propri interessi e nello spregio più arrogante, hanno trasformato la meraviglia della creazione in oceani di lacrime e sudore senza senso, in foreste di totale disperazione, in catene montuose di terrore, in ghiacciai di paura, in fiumi di miseria, in abissi di morte. Per costoro, che si sono eretti a padroni della vita e del mondo, le parole di Gesù, vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà, non possono che essere considerate il frutto dello storico inganno di una ridicola setta religiosa così da non pensarci più, ed è per questo che, nella comunicazione di massa, oggi si può parlare di tutto fuorché del vangelo. Ma una cosa è certa: se anche il potere umano è riuscito a rendere mute e ridicole le parole del vangelo alla mente dell’uomo, a Gesù, come nella sua prima venuta, rimane sempre il suo modo prediletto di scrivere i suoi messaggi, tra le pagine cosmiche delle potenze dei cieli, tra stelle e pianeti, galassie e comete.

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