Martedì 22 Agosto 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Giudici 6,11-24a; Salmo 84,9.11-14; Vangelo di Matteo 19,23-30

Vangelo di Matteo 19,23-30

In quel tempo, 23 Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24 Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
25 A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?» 26 Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». 27 Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?» 28 E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29 Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. 30 Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Ricchezza

Per regno dei cieli, nel vangelo, s’intende sia il regno dell’aldilà, il luogo celeste per vivere nella luce, la vita eterna dopo questa vita terrena, sia quel modo certo, quel certo modo in cui Dio si muove, pensa, progetta, opera, ama e che Gesù ci insegna nel vangelo. Il regno dei cieli è, a seconda del contesto, sia il paradiso, sia il modo di vivere su questa terra che Gesù ci propone attraverso le sue procedure. Modo di vivere che è in totale antitesi con il modo di vivere e concepire la vita secondo il mondo. In questo contesto, Gesù afferma, senza mezze misure, che la ricchezza è contro il regno di Dio, nelle due accezioni. La ricchezza impedisce di realizzare su questa terra il modo di vivere proposto dal vangelo, e chiude le porte del cielo. Ma come possono la ricchezza, il denaro, i beni avere questo potere così grande da mandare in frantumi la via terrena del vangelo e la via celeste verso il paradiso?
Il denaro non ha questo potere, non può avere questo potere, perché il denaro non ha potere, e questo è il vero problema, questo è l’inganno gigantesco del denaro. Il denaro non ha in sé nessun potere, il potere glielo abbiamo dato noi e siamo noi che continuiamo a darglielo. Abbiamo dato al denaro, e alla ricchezza di conseguenza, un potere che in realtà non ha, e questo è illogico, insipiente, sciocco, pericoloso, assurdo e fonte di autodistruzione. Questo processo è un atto di stolta idolatria, che ha come prima conseguenza innescare l’inevitabile e totale condizionamento della mente umana, per togliere, gradualmente, potere e importanza alle realtà che potere e importanza ce le hanno realmente, per sostituirle con simulacri virtuali di realtà non reali, effimere e senza energia. Una volta avviato, questo perverso meccanismo arriva al punto di non ritorno, al momento in cui, in modo del tutto paranoico e schizofrenico, in nome del mercato e degli interessi, il denaro si autoreferenzia autonomamente, al di sopra della dignità umana, della natura, della vita stessa.
Quando a causa della rincorsa al denaro si perde l’energia della salute, chi ce la ridona? Quando a causa della rincorsa al denaro si spengono gli affetti e si separano gli amori, con che cosa si darà loro energia, forza e unità? Quando a causa della rincorsa al denaro, si abusa delle energie della terra, si inquinano aria e acqua, oceani e foreste, con che cosa si potrà ripristinare l’armonia? Con il denaro? Ma il denaro non ha energia per farlo. Dare potere a ciò che non ne ha rende, con il tempo, sconosciuto ed estraneo ciò che ha realmente potere, Dio, per esempio, che attraverso questo processo viene cancellato come una favola per bambini o come la proiezione di menti deboli. In questo modo abbiamo allontanato da noi Dio e le realtà celesti, ci siamo separati da noi stessi e dal creato. Ma il problema più grande, in tutto questo processo, è che, in caso di pericolo, gli uomini, che si sono così affidati a una realtà senza potere, sono convinti che ricchezza e denaro potranno aiutarli e salvarli. Ma questo non potrà avvenire. E costoro non potranno nemmeno invocare il nome di Colui che tutto può, perché l’idolatria avrà relegato Dio al rango di un’antica bugia, di un’illusione, trattandolo come un nemico. Il successo di questo processo si raggiunge quando la gente è convinta che senza denaro non possa vivere. In realtà si potrà iniziare a rivivere la vita vera solo quando il denaro non avrà più tutto questo potere e non servirà più a nulla.
Cosa rimane della politica senza il denaro, della medicina, della cultura, dei sistemi sociali, dei poteri forti, degli eserciti di oggi? Niente, non rimane niente. Ecco perché Gesù afferma: Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi. Molti di quelli che si ritengono i primi della terra in nome del denaro e del loro potere, quando il denaro non avrà più potere, cosa saranno, chi saranno costoro, davanti a Dio e davanti agli uomini? Come tutte le forme d’idolatria che sono all’origine di tutti i mali della terra, la fine del potere del denaro sarà decretata a breve, perché il denaro sta decretando la fine dell’umanità.

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