Lunedì 14 Agosto 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Deuteronòmio 10,12-22; Salmo 147,12-15.19-20; Vangelo di Matteo 17,22-27

Vangelo di Matteo 17,22-27

In quel tempo, 22 mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini 23 e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
24
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?» 25 Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?» 26 Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. 27 Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Estraneo

Gesù sta annunciando agli uomini che l’essersi interessato alla nostra storia, l’aver scelto di prendersi completamente carico della nostra salvezza individuale e collettiva, l’aver deciso di rivelarci le procedure evangeliche per la liberazione e il vero benessere dell’uomo lo porterà a un duro scontro con gli anziani del popolo, con i sacerdoti del tempio, e che lui, il Signore, accetterà con amore, per amore nostro, anche una risposta violenta e mortale nei suoi confronti. E proprio mentre sta spiegando come accetterà, con tenerezza e compassione, per amore nostro e per obbedienza al Padre, tutto il male e l’odio, le umiliazioni, le derisioni, la tortura a cui sarà sottoposto, rivela anche la sua risurrezione dopo la morte, rivela il fatto empirico del suo essere Dio, di essere il Signore della Vita, di essere la Vita stessa. Gesù sta annunciando tutto questo all’umanità e un legale rappresentate del tempio, un esattore delle tasse, un amministratore religioso chiede la tassa a Gesù. Gesù sta annunciando e rivelando al mondo con quanto amore e dedizione infinita si stia prendendo cura della nostra salvezza, della riarmonizzazione della nostra vita con la Vita, perché siamo i suoi amatissimi figli, e noi, all’apice della nostra intelligenza, gli chiediamo una tassa da pagare.
Gesù precisa che i re della terra chiedono le tasse agli estranei e non ai figli, è dunque una tassa che lo stigmatizza come un estraneo, l’estraneo per eccellenza, l’estraneo della storia, ma, tanto vale, se una tassa deve essere pagata, ci penserà la pancia di un pesce a consegnarla al tempio. Tra l’altro, e non è una coincidenza, di tassa del tempio si tratta. In modo elegante, ma inequivocabile, Gesù afferma che lui, il Signore Dio, è trattato da estraneo proprio dal tempio, il cuore religioso del tempo. E come ora il tempio, la gerarchia religiosa, tratta da estraneo Gesù, così Gesù un giorno si farà completamente estraneo al tempio, alla gerarchia religiosa.
Una tassa, e una tassa del tempio, al Padrone di casa. Imbarazzante. Imbarazzante perfino per le più elementari forme di vita, oltre che per tutti gli esseri viventi e per tutto l’universo creato.
Con il tempo, a causa della nostra violenza e stupidità, siamo diventati noi stessi gli estranei per la vita e l’universo, per la natura e per la terra, fuori armonia e fuori asse in tutto, così tanto estranei che la vita si sta preparando a chiedere a noi la tassa, una tassa dalle dimensioni cosmiche. C’è da chiedersi da quale pancia di pesce la pescheremo.

Pubblicazione "Gloria al Padre"

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