La senape
La fede non è credere a qualcosa o a qualcuno, non è offrire la propria aderenza mentale o spirituale a un credo, a un’ideologia, a una divinità. Fede non è un generico credere in Dio, che si oppone a un generico non credere in Dio. Fede è saper usare un’energia dalle potenzialità infinite, energia che deriva da un rapporto di totale fiducia e intimità con Dio. Fede è sapere in pienezza, è essere completamente consapevoli, senza il minimo dubbio e sospetto, del fatto che l’energia che deriva dal fidarsi di Dio rende possibile anche l’impossibile. La fede è energia cosmica universale, che ha la potenza di modificare la materia e ogni realtà esistente. Secondo Gesù basta un pizzico di questa fede, di questa energia per spostare le montagne. Gesù afferma: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile, e la storia ha interpretato questa affermazione come un’enunciazione paradossale, volutamente esagerata, unicamente simbolica, non come in realtà Gesù ce l’ha proposta, cioè come una delle più altissime verità e procedure capaci di indirizzare completamente la vita dell’uomo verso il benessere e la felicità. Secondo l’affermazione di Gesù la fede è divina energia potentissima che può fluire nelle mani e nel cuore dell’uomo, rendendolo capace di realizzare ogni desiderio e ogni aspirazione, senza limiti. Ma quali sono le condizioni perché questa energia fluisca così potente nell’uomo, tanto da rendergli possibile l’impossibile? La condizione indispensabile perché nell’uomo fluiscano l’energia e la forza divina della fede per cui Gesù afferma nulla vi sarà impossibile è che l’uomo non sia mai, consapevolmente o inconsapevolmente, in rivolta e in sfida con Dio. Solo il cuore e lo spirito dell’uomo che mai pensano male di Dio possono usare la potenza sconvolgente della fede. Pensare male di Dio è pensare, anche se in modo sottile e inconscio, che lui sia in qualche modo la causa della nostra sofferenza, del nostro dolore, della nostra tristezza o miseria. Pensare male di Dio è ritenerlo in qualche modo coinvolto nel male che attanaglia il mondo o che può accadere nella nostra vita. Pensare male di Dio è perdere la purezza del cuore, è il modo più sicuro, certo e perfetto per spegnere l’energia cosmica della fede e non potersene più servire per realizzare i propri sogni e desideri. Quando l’uomo pensa male di Dio perde l’utilizzo dell’energia possente e divina della fede, perde il potere per cui nulla gli è impossibile, e la perdita di questo potere lo spinge a sostituire il potere della fede con la fede nel potere. L’uomo che ha reso impuro il proprio cuore, pensando male di Dio, non riuscirà più a usare la potenza della fede per dominare le cose della vita secondo i propri desideri, ma sarà sospinto a usare la fede nel dominio per affrontare la vita e gli eventi. L’uomo che pensa male di Dio perde la forza della fede e si sottomette necessariamente alla fede nella forza, cancellando nella propria vita ogni benessere, pace, felicità, salute e armonia.