Mercoledì 28 Giugno 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Gènesi 15,1-12.17-18; Salmo 104,1-4.6-9; Vangelo di Matteo 7,15-20

Vangelo di Matteo 7,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15 «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16 Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17 Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19 Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20 Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Fruttare e sfruttare

Da cosa si differenzia il falso profeta dal profeta di Dio? Il falso profeta ha bisogno di mostrarsi alla gente come pecora per nascondere la sua vera indole di lupo rapace. Perché? Perché la vera natura del falso profeta è sfruttare, sfruttare fino all’osso e convenientemente tutto e tutti.
Sfruttare significa avvantaggiarsi a svantaggio di altri, caricare su altri ciò che non si vuole toccare nemmeno con un dito, dissanguare le energie altrui per proprio tornaconto, ricavare compromettendo l’armonia delle forze naturali, abusare del proprio potere, approfittare dell’ignoranza altrui, spremere oltre ogni dignità, far fruttare contro la condivisione, l’unità e la giustizia, succhiare potenzialità altrui per la propria vanità, depauperare le energie altrui per invidia e competizione.
Davanti agli occhi dell’uomo, sfruttare gli altri, le situazioni, il potere è un modo per ricavare per se stessi frutti vantaggiosi per ogni tipo di convenienza, per fruttificare interessi e ricchezza. Secondo lo sguardo umano sfruttare è sfruttare-ricavare frutto.
E secondo Dio cosa significa sfruttare? Per capirlo ci può essere utile l’analogia dell’albero da frutto che, nel momento in cui non produce frutto e consuma ossigeno, acqua e un posto nella terra, si dice che sta sfruttando il terreno, cioè che sta inutilmente consumando energia e terreno senza produrre nulla di utile, vantaggioso, fruttuoso. Secondo lo sguardo di Dio chiunque sfrutta la propria esistenza, i propri doni, gli altri, le situazioni solo per il proprio vantaggio, sfrutta inutilmente il terreno della vita, è un uomo inutile, senza frutto, senza senso. Secondo il vangelo chi sfrutta, sfrutta.
Per la mentalità umana saper sfruttare è il comportamento che denota furbizia e scaltrezza, secondo il cuore di Dio invece è un comportamento che riduce la vita dell’uomo a uno spreco inutile e inutilizzabile e denota tanta stupidità quanta arroganza.
I falsi profeti sfruttano l’umanità e non portano frutto per l’umanità. I profeti di Dio si riconoscono dai loro frutti, dall’aroma e dalla fragranza dello Spirito che ti lasciano dentro e sulla punta del naso, si riconoscono dal fatto che quello che ti rivelano ti scalda il cuore e ti allarga la mente. Un profeta di Dio può anche sbagliare come sbagliano tutti gli uomini, ma non può dare frutti cattivi e contro l’umanità. Mozart era un profeta della musica, la sua vita non era perfetta, ma la sua musica sì, e ha aperto porte armoniche e sonore prima sconosciute e inedite. Mosè era un assassino e il Signore gli ha chiesto di salvare il suo popolo. Il re Davide non era perfetto, ma la creazione dei suoi salmi ha generato un nuovo modo di pregare che usiamo ancor oggi, così come magnifica e potente era la sua musica. Paolo di Tarso aveva fatto uccidere e lapidare centinaia di cristiani e il Signore l’ha scelto come cuore pulsante della prima evangelizzazione per traghettare la chiesa oltre il primo secolo. Sembra che il Signore, conoscendo bene il cuore dei suoi figli, prediliga un cuore profondamente innamorato di Lui, anche se imperfetto, piuttosto che il cuore non innamorato di un perfetto.

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