Vita senza fine ... Con

Vita senza fine

Con quanta bramosia l’uomo desidera essere immortale qui sulla terra? Gli uomini desiderano l’immortalità su questa terra non per vivere senza fine, ma per essere presenti il giorno in cui si compirà su questa terra quello a cui si sono dedicati con affanno e impegno per tutta la vita, per sfiorare con gli occhi la scia di gloria e successo lasciata dai propri progetti e dalle proprie opere. Gli uomini tendono a desiderare l’immortalità terrena più che quella celeste. Questo è uno dei segni evidenti che il cuore dell’uomo è in rivolta contro Dio e il suo atto creativo. Credere in Dio e cercare l’immortalità terrena è provocatorio, credere in Dio, e non essere certi della vita senza fine in Dio, è contraddittorio.
Ma come si può essere certi che la vita è immortale nella luce di Dio? Per atto di fede? In verità no. Per atto di evidenza. Se l’evidenza della straordinaria sconvolgente bellezza della vita presente che Dio ci ha donato, non è sufficiente ad aprirci la mente alla realtà che la vita è senza fine nella dimensione celeste, nessun testo, nessuna confessione religiosa, nessun dogma potranno aprirci le porte alla conoscenza dell’immortalità nella luce di Dio. Spesso all’immortalità della vita si lega a filo doppio il senso stesso e l’importanza della vita, quasi che la vita abbia senso e nobiltà perché è immortale. Questo è molto ingenuo e irrispettoso nei confronti dell’opera creativa di Dio.
Non è l’immortalità che rende la vita bella, ma la bellezza della vita che rende la vita immortale. Non è l’immortalità della vita che rende la vita importante, ma è l’importanza della vita che, nel desiderio di Dio, ha reso la vita immortale. Perciò chi vuole sapere il perché della vita, bestemmia l’evidenza, rinnega la bellezza. Chi crede di sapere il perché si vive è un impostore che desidera oscurare la fantasia di Dio. Chi cerca il senso della vita è come un uccello che, volando, cerca una via segnata nel cielo azzurro e, non trovandola, deluso, smette di volare.
Quando due persone si amano e stanno veramente bene insieme, per quanto tempo vorrebbero vivere e amarsi così? Per sempre. Ecco, l’immortalità è insita come ovvietà in ciò che è bello e dona gioia all’uomo. Non è vivere per sempre che rende felici, ma essere felici che rende consequenziale vivere per sempre. Quando si è molto felici e appagati, nel benessere e nella salute, quale degli uomini sulla terra si pone domande sul senso della vita o da dove veniamo e dove andiamo? Nessuno. Mai. Ma quando si è tristi, soli, ammalati, nella miseria, sottomessi, allora le domande sono infinite e sconvolgenti nella loro logica razionalità. Non saranno mai le risposte della sapienza umana a riuscire a spegnere le domande sul senso, l’importanza, il valore della vita, ma sempre e solo la felicità, la gioia, l’armonia, la pace della vita. Tutto il male che gli uomini si fanno continuamente non toglie meraviglia alla potenza della vita, ma crea un oceano di sospetti e di dubbi, di domande e di delusioni.
Noi uomini abbiamo il potere di infangare in mille modi la fragranza vitale della vita, ma la vita rimane sempre e perfettamente lo splendore che è. La vita è senza fine e continuerà per sempre a farci godere della sua bellezza perché è meravigliosa, perché è uno spettacolo gratuito, supremo, che già da ora toglie il fiato. E sarà così per sempre, semplicemente per dono di Dio. In questo senso non è la spiritualità che dona spessore alla vita, ma è lo spessore stesso della vita creata da Dio che rende spirituale tutto ciò che esiste.
La vita che Dio ha creato per la sua creatura umana è una vita che, dopo il ponte che gli uomini chiamano morte, non potrà più morire, e in essa non ci sarà più nulla delle relazioni e dei meccanismi psichici e sociali che oggi conosciamo, non ci saranno mogli e mariti, figli e parentele, e i figli della risurrezione saranno uguali agli angeli perché sono figli di Dio. La vita sarà per sempre. Canteremo per sempre, danzeremo e suoneremo per sempre. Lavoreremo nelle città di luce, senza fatica e dolore, in totale armonia, con responsabilità e compiti, per sempre. Banchetteremo e giocheremo per sempre, loderemo e benediremo la gloria di Dio per sempre, in lui e per lui, perché Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui.

Vangelo di Luca 20,27-40

In quel tempo, 27 si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non c’è risurrezione - e gli posero questa domanda: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29 C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32 Da ultimo morì anche la donna. 33 La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
34
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36 infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37 Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. 38 Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
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Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.