Umiltà - Forse...

Umiltà

Forse che la quercia, che esegue il suo compito di essere quercia nell’eccellenza da 400 anni, si aspetta gratitudine dalla foresta in cui è cresciuta, perché senza dubbio quella quercia rende la foresta più ricca, bella e lussureggiante? Forse l’abete, perché esegue perfettamente il suo compito di essere un abete, aspetta l’approvazione dal terreno montano in cui è piantato, perché, grazie alle sue radici, il terreno resta unito e saldo? Si aspetta riconoscenza e plauso il grande faggio dagli uccellini che tra i suoi rami hanno fatto il nido e hanno sempre trovato cibo e riparo? Si aspetta forse riconoscimenti e lodi il torrente che, da migliaia di anni, scorre verso valle distribuendo acqua e vita generosamente e senza sosta? Si aspetta forse delle congratulazioni la pioggia o la neve quando scendono, o il sole perché ogni giorno, regolarmente e immancabilmente, sveglia la terra all’alba, o la forza gravitazionale terrestre, perché fa regolarmente e perfettamente il suo lavoro?
In natura tutto opera nell’eccellenza, in armonia e rispettando procedure e princìpi ben precisi, e tutti gli esseri viventi eseguono il loro compito perfettamente e nessuno mai, dagli atomi alle galassie, si aspetta complimenti, felicitazioni, omaggi, rallegramenti. Perché? Perché tutto in natura è intelligente e la prima caratteristica dell’intelligenza è l’umiltà, l’umiltà di saper stare al proprio posto, fare la propria parte, realizzare il proprio compito nell’eccellenza, dando il massimo per il benessere di tutti e di ciascuno.
Nel pianeta terra solo ed esclusivamente l’ego dell’uomo cerca gratitudine, approvazione, riconoscenza, plauso, riconoscimenti, lodi, congratulazioni come risposta a quello che compie. Solo l’ego dell’uomo vive, pensa, opera, sceglie per ambizione e usa l’ambizione per coltivare e ingigantire se stesso. Coltivando l’ego attraverso l’ambizione, l’uomo perde completamente la capacità di usare la propria intelligenza e le proprie facoltà creative, si decentra da se stesso e si sconnette dalla vita. La vita sulla terra è stata donata all’uomo non perché l’uomo potesse accrescere la sua ambizione e il suo ego, ma per imparare a essere umile. Quello che l’uomo non vive della vita come una lezione per imparare a essere umile, lo trasforma immediatamente in un’occasione per crescere in superbia, arroganza, presunzione. Solo l’umiltà rende forte e intelligente un uomo, perché l’umiltà è la più grande forma di intelligenza possibile per un uomo. Quando un uomo impara veramente a leggere dentro la realtà del creato, della vita, non gli resta che l’intelligenza dell’unità. Quando un uomo impara a leggere veramente e profondamente dentro la realtà del creato e della vita, non gli resta che l’intelligenza dell’umiltà. Solo a chi vive l’intelligenza dell’umiltà, Dio può svelare la sapienza e la conoscenza, perché solo chi vive l’intelligenza dell’umiltà può ricevere le confidenze del Signore della vita.
Chi è umile è così pieno di gratitudine nei confronti della vita, che non cerca gratitudine da parte degli uomini ed è così riconoscente alla vita e a Dio, che non cerca riconoscenza umana. Chi è umile è così serenamente abbandonato in Dio che non ha bisogno di appoggi e sicurezze umane, né tanto meno di esercitare controllo e dominio. Chi è umile riconosce in tutto ciò che esiste la mano provvidente e la presenza amorosa di Dio in modo così immediato, pieno e semplice, che non ha necessità di possedere nulla e nemmeno essere sostenuto dalla riconoscenza e dall’approvazione umana.
Chi è umile fa tutto come fosse semplicemente e normalmente il proprio dovere, ma non fa mai nulla per dovere, lo fa sempre e solo per amore e in nome della bellezza, per questo chi è umile è sempre inseguito dalla felicità e dalla gioia, anche nei giorni difficili della persecuzione e della prova. Chi è umile sviluppa intelligenza, sapienza e comprensione, non solo perché non si avvale mai della facoltà di criticare, giudicare, condannare il prossimo, ma soprattutto perché non usa mai nulla di ciò che sa e che è per umiliare il prossimo.
Chi è umile è. Gli altri cercano di essere.

Vangelo di Luca 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse: «7 Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8 Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9 Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
10 Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».