Spenditi ... Secondo

Spenditi

Secondo le procedure evangeliche, il tempo che usi concentrato e impegnato a guadagnare, è il tempo che hai tolto al guadagno. Secondo la parola del Maestro, se vuoi guadagnare, non pensare a guadagnare, ma a spenderti. Non avere paura di spenderti. Non trattenere: spiritualmente trattenere è ridurre il movimento dell’energia. La tensione del trattenere brucia le sinapsi del cervello e incrosta le connettività. Non controllare, perché l’atteggiamento spirituale del setacciare, secondo il proprio vantaggio, ciò che la vita chiede e offre riempie di tossine il cuore, il sangue e i reni. Non risparmiare, non mettere via, perché lo spirito che risparmia e mette via costruirà un corpo pesante, lento, poco mobile nelle articolazioni e una mente senza creatività e innovazione. Spenditi. Non metterti in un sacchetto sotto terra, non rinunciare a quello che Dio ti ha dato, né per paura di Dio né per paura degli uomini. Non metterti in un sacchetto sotto terra per paura dei tuoi possibili errori e fallimenti, né per paura del giudizio altrui né per rispettare una qualsiasi delle aspettative o convinzioni altrui, nemmeno di chi dice di amarti e di volerti aiutare. Nessuno può mangiare per te, nessuno può bere per te né dormire per te né spendersi per te. Spenditi, non trattenere e non pensare al guadagno, al rischio, al passato e al futuro. La vita non ti chiederà mai di più di quello che ti ha dato ma, se le offrirai meno di quello che ti ha dato, sei un servo malvagio e pigro. Spenditi senza riserve e non pensare mai se anche gli altri lo fanno, e quanto lo fanno e perché lo fanno. Se ti spendi senza riserve, senza mai pensare al guadagno, non raggiungerai la perfezione né un perfetto equilibrio, ma la tua vita sarà una risposta all’amore e questo basta. Si può forse chiedere a un torrente di essere sempre perfettamente tra gli argini, senza spruzzi improvvisi e flutti imprevedibili? È preferibile un torrente spumeggiante, non sempre facile da controllare, o un torrente in secca? Se ti spendi senza pensare al guadagno e senza cercare di trattenere i doni, di cui sei fatto per mano di Dio, nel nero sacchetto sotto terra, per paura di non essere perfetto e di non accontentare gli altri, passerai certamente per stupido, egoista, egocentrico, intrattabile, non idoneo, ma non ti preoccupare, non saranno gli altri a misurarti nel giorno della luce. Non è stata la mano degli uomini a donarti ciò che sei e non sarà la mano degli uomini a chiedertene i frutti.
Spenditi nella gioia e nel dolore, nel successo e nell’infamia, quando tutti ti cercano, quando tutti ti lasciano, sempre e senza aspettarti nulla se non l’aria che respiri, il sole che ti scalda, l’acqua che ti disseta, la terra dove cammini. Spenditi oltre ogni convinzione e convenzione e non farlo mai, mai, mai per Satana, il principe di questo mondo, ma in nome di Dio. Il modo più sicuro per non farlo per Satana, e farlo invece per Dio e per amore, è non farlo mai sotto il peso della minaccia o per l’attrazione del premio. Premio e minaccia sono il sistema educativo di Satana. Dono e ispirazione sono il sistema educativo di Dio.

Vangelo di Matteo 25,14-30

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli questa parabola: «14 Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16 colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17 Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18 Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20 Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21 “Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
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Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23 “Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24 Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25 Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. 26 Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28 Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29 Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30 E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».