Solvente - L’ambizione è...

Solvente

L’ambizione è un fiume che ha bisogno di essere continuamente alimentato dai suoi affluenti, che sono il culto dell’immagine e la competizione. Il culto dell’immagine fornisce all’ambizione l’energia dell’ammirazione, che è indispensabile per avere l’esclusiva. Avere l’esclusiva, come dice la parola stessa, significa operare per esclusione, per separazione, per dividere e avere il monopolio. Per questo l’immagine deve muoversi nell’ambiguità e nell’ipocrisia, perché l’immagine deve mostrare ciò che è nulla e senza significato come se fosse la realtà più importante e indispensabile per l’uomo. La competizione, invece, fornisce all’ambizione l’energia del conflitto indispensabile per coloro che nella vita non solo vogliono arrivare primi ma essere anche gli unici. Il fiume dell’ambizione, con i suoi due affluenti, immagine e competizione, è il più potente solvente che l’uomo abbia mai ideato, perché capace di dissolvere completamente l’uomo stesso nella sua dimensione spirituale, psichica, fisica, in quanto lo rende necessariamente solo e sconnesso. L’ambizione è un fiume paludoso che non lascia scampo, perché più un uomo si sente solo e sconnesso, più deve immergersi nelle sabbie mobili dell’ambizione e, più si alimenta di ambizione, più affonda nella sua solitudine, sconnettendosi maggiormente da se stesso, dagli altri, da Dio e dalla natura. L’ambizione è un solvente che scioglie l’umanità fino a ridurla a una massa liquida, fangosa e oscura, che scorre senza sosta e sommerge tutto ciò che incontra: culture, filosofie, religioni, morali, leggi, istituzioni e politiche, stati, eserciti, scienze, apparati economici, mercati, canali di comunicazione, sistemi di cura e di medicina. L’ambizione scioglie l’umanità fino a trasformarla in un fiume malefico e sanguinolento, che avvelena tutto ciò che tocca. L’uomo ambizioso è perennemente in conflitto con tutto e con tutti, alla continua ricerca dell’esclusiva e della separazione, ammalato di solitudine e completamente sconnesso da se stesso, e, pur di raggiungere visibilità, consenso, ammirazione, si spoglia di ogni dignità, grazia e bellezza. Gesù ricorda all’umanità una meravigliosa procedura psicosomaspirituale sul funzionamento della vita, al di là di tutte le bugie, le convenzioni, le convinzioni umane da cui l’umanità è stata soffocata: Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

Vangelo di Matteo 23,1-12

In quel tempo, 1 Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2 dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3 Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4 Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
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Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7 dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
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Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10 E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
11
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».