Servi - L’uomo...

Servi

L’uomo e la donna cui è stato affidato il pianeta terra non sono i padroni della terra, ma hanno la possibilità di amministrare le risorse del pianeta come servi-amministratori fedeli e prudenti, moltiplicando benessere e pace, oppure come servi-predatori, despoti arroganti, prepotenti, violenti, feroci, avidi, moltiplicando miseria e conflitto. L’uomo e la donna cui è stato fatto il dono prodigioso della vita non sono i padroni delle energie e delle informazioni che creano e sostengono la vita, ma hanno la possibilità di godere e beneficiare della potenza e della bellezza della vita in ogni modo come servi-amministratori fedeli e prudenti, oppure come servi-predatori, da lupi rapaci, assetati di possesso, supremazia, egemonia, comando, patologicamente colpiti dal virus del delirio di onnipotenza. L’uomo e la donna cui sono stati affidati la meraviglia e lo splendore dell’umanità, della specie umana, non sono i padroni dell’umanità, ma hanno la possibilità di vivere come uomini e donne liberi, felici, sani, indipendenti e capaci di fattiva collaborazione con gli altri, di creativa condivisione, di intelligente interdipendenza come servi-amministratori fedeli e prudenti, oppure come servi-predatori, come uomini e donne famelici, assetati di dominio, desiderosi di esercitare il controllo e la sovranità sui propri simili. 
Gli uomini e le donne che scelgono di vivere l’esperienza di questa vita terrena non come servi-amministratori fedeli e prudenti, ma come servi-predatori, sono uomini e donne che, desolatamente ingannati da Satana, hanno fatto del pensare male di Dio la loro ideologia, il loro credo, la loro filosofia di vita, la loro religione, il loro unico dialogo nel dialogo interiore. Gli uomini e le donne che scelgono di pensare male di Dio non sono infedeli a Dio ma a se stessi, all’umanità, alla vita, al creato. I servi-predatori sono uomini e donne senza alcuna unità interiore con se stessi e con Dio, imprenditori di scissione e conflitto, sconnessi e scollegati dalla vita in modo peculiare e specifico, proprietari di cecità e stoltezza, guide cieche di altri ciechi, anche se si atteggiano a signori del mondo e a guide insostituibili dell’umanità. Traggono forza dal loro stato spirituale di separazione, dal loro stato psichico di sospensione e dal loro stato fisiologico di tensione, si alimentano di tormento, rabbia, sfida, competizione. I servi-predatori sono uomini e donne che si sentono padroni del pensiero associativo, dell’intelligenza rinchiusa in se stessa e scollegata dalla realtà, signori delle elucubrazioni astratte e artificiose, atte a persuadere i popoli a credere che non ci può essere sopravvivenza e sicurezza per l’umanità se non affidando il proprio destino nelle loro mani, assetati come sono di ogni forma di espansione capillare e massificante. Assolutamente ingordi di immagine, vivono di ambizione e confronto, ghiotti come sono di consenso, e, essendo completamente sconnessi dalla vita e dai significati dell’esistenza, non possono che divulgare il marchio di se stessi, con l’obbiettivo di conformare a loro stessi il genere umano. I servi-predatori sono uomini e donne che usano le loro connessioni mentali per costruire morali e leggi unicamente forgiate per difendere i loro interessi e scopi, uniformare i popoli, globalizzare le scelte, i comportamenti, il pensiero dell’uomo. Sono uomini e donne che creano le istituzioni unicamente per compiacere se stessi e per avere il potere di decidere a priori e arbitrariamente ciò che è legale e ciò che non lo è. In questo modo, qualsiasi cosa l’uomo possa vivere, inventare, scoprire, sperimentare, pensare, senza l’approvazione delle istituzioni ufficiali, sarebbe senza dubbio pericolosa, fuorviante, destabilizzante, ingannevole, malefica, passibile di punizione, sanzione, castigo, pena, morte. Le istituzioni, che questi uomini e donne inventano, impediscono agli individui di interagire tra loro, di scambiare risorse e competenze, di arricchire se stessi e gli altri di sapienza e benessere. I servi-predatori sono uomini e donne che amano avere la supremazia sulla natura senza conoscenza, amano dominare la materia senza comprensione, gestire le risorse della terra senza rispetto e grazia. Usano il corpo come un oggetto da analizzare ed esaminare in tutte le sue parti, senza comprenderlo e amarlo nella sua pienezza e unità, senza essere in grado di curarlo in modo efficace in caso di malessere e malattia, perché occupati unicamente a colpire il sintomo e non a comprendere amorevolmente e intelligentemente la causa del malessere e della malattia. Sono uomini e donne che generano una scienza che argomenta, disputa, teorizza, calcola, conta, numera, somma, divide, suddivide, specifica, etichetta, cataloga, archivia, ma non contempla e non ringrazia. Sono uomini e donne sconnessi da se stessi, scollegati dai propri sogni e desideri, decentrati dalla vita, in perenne crisi di equilibrio mentale, travolti da stati emotivi inferiori determinati alla competizione e alla gara, che vivono tutto, ma proprio tutto, affetti, lavoro, legami, rapporti, divertimento, sulle corsie del merito e del demerito, con l’unico obiettivo di guadagnare denaro e proprietà. Sono metodici, regolari, fedeli, volti solo e unicamente a proteggere e curare i loro interessi, capricci, pretese, frivolezze, manie, perfettamente insensibili alle sofferenze degli altri, perfettamente sordi al grido di dolore dei fratelli. Ritengono il conflitto necessario, la guerra indispensabile, il saccheggio un’istituzione che troverebbe radici antiche nell’intoccabile legge di natura, dove vige la supremazia del forte sul debole.
L’essere umano che sceglie di vivere l’esperienza di questa vita terrena non come un servo-amministratore fedele e prudente ma come un servo-predatore, è come colui che dice in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e comincia a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi. Il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Lui, il Signore di tutte le cose, sta tornando. I servi-amministratori fedeli e prudenti lo attendono con gioia, anche se molto hanno dovuto soffrire per lo scompenso esistenziale e per lo squilibrio energetico provocato dalla cattiveria e dalla violenza dei servi-predatori, perché il Signore viene a riportare l’equilibrio e la pace. I servi-predatori, per nulla convinti che il Signore stia tornando, non avranno né parole né tempo per spiegare la loro scelta e le loro scelte. Ma a tutti, proprio a tutti gli uomini e le donne che avranno varcato la soglia della vita sul pianeta terra, sarà chiesto resoconto rispetto a quanto è stato loro dato e affidato. Gesù lo ricorda chiaramente a tutta l’umanità. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Vangelo di Luca 12,32-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 32 «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. 33 Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 34 Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
35
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36 siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
37
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
39
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
41
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?» 42 Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44 Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
45
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
47
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».