Scontento

Scontento

L’uomo scontento è affetto dalla più terribile e invalidante malattia da cui possa essere colpito un uomo, la scontentezza. La scontentezza non è mai un effetto, è la causa. L’uomo scontento non è mai una conseguenza, è una scelta. L’uomo scontento non è scontento per quello che vede nella vita, è scontento a priori, per questo con il tempo diventa spiritualmente cieco e intellettualmente insipiente. L’uomo scontento non è scontento per quello che ascolta della vita, è scontento per scelta, per questo con il tempo diventa spiritualmente sordo e intellettualmente incapace di comprendere. L’uomo scontento non è scontento per quello che incontra nella vita, è scontento per decisione, per questo con il tempo diventa spiritualmente insensibile e intellettualmente ottuso. L’uomo scontento non è scontento per quello che succede nella vita, è scontento per presa di posizione, per questo con il tempo diventa spiritualmente inerte e intellettualmente noioso. L’uomo scontento non è scontento per l’imprevisto, è scontento in modo automatico, per questo con il tempo diventa spiritualmente cinico e intellettualmente irritante. L’uomo scontento non è scontento per qualche motivo, è scontento in modo preventivo, per questo con il tempo diventa spiritualmente e intellettualmente aggressivo e violento. L’uomo scontento non è scontento per un perché, è scontento per consuetudine, per questo con il tempo diventa spiritualmente e intellettualmente seminatore di morte. L’uomo scontento è l’uomo più pericoloso per l’esistenza, perché è l’unico uomo capace di irritare la vita, di innervosire le circostanze, di indisporre la grazia, di infastidire la pazienza. L’uomo che compie il male per debolezza, per paura, per ignoranza non è mai pericoloso per l’esistenza come l’uomo scontento, perché l’uomo scontento fa male comunque e sempre. L’uomo scontento coltiva continuamente, nel suo dialogo interiore, pretese compulsive, esigenze assolute, richieste nevrotiche, perché il suo segreto intento non è solo quello di dimostrare la sua scontentezza ma anche quello di avvelenare e contagiare il mondo con la sua scontentezza. L’uomo scontento è prima di tutto scontento di Dio e di tutto quello che Dio ha creato e predisposto, per questo l’uomo scontento è un uomo estremamente pericoloso per l’esistenza, il più pericoloso in assoluto. L’uomo scontento non è mai contento di quello che Dio ha fatto e di come lo ha fatto, di conseguenza è impossibile che possa essere in accordo con qualcosa di ciò che esiste e contento di ciò che può donare la vita. Lo scontento dissemina il mondo di critiche e giudizi velenosi, invade la terra delle sue calunnie e maldicenze, immerge l’umanità nel fango del suo biasimo e del suo fastidio, perché lo scontento è orgoglioso della sua scontentezza, la ritiene un pregio, l’opportunità della sua vita, la sua vocazione, la più fiera dimostrazione di intelligenza e sapienza. L’uomo scontento è così colmo di scontentezza che si identifica  con essa e, attraverso la scontentezza e l’insoddisfazione, guarda, ascolta, tocca, vive, incontra, ma senza percepire assolutamente nulla della realtà. L’uomo scontento è l’uomo più pericoloso in assoluto per l’umanità, perché l’uomo scontento non conosce gioia, non vuole gioia, non cerca gioia. 
Gesù paragona questa generazione umana a dei bambini ammalati di scontentezza. Gesù afferma che gli uomini di questa generazione sono uomini spiritualmente e intellettualmente scontenti, scontenti di tutto, di tutti, sempre, talmente scontenti da non essere riusciti a riconoscere in Giovanni Immergitore il più grande tra i nati di donna, e, in Gesù, il Figlio di Dio, il Signore dell’universo. Gli scontenti sono uomini che non sono più in grado di utilizzare le loro potenzialità e facoltà spirituali e intellettuali per conoscere, comprendere, capire, riconoscere, apprezzare, essere grati, pieni di gioia. Questa generazione conoscerà tempi terribili, i più devastanti che l’umanità abbia mai conosciuto nella sua lunghissima storia, perché è una generazione scontenta, senza gioia e senza sapienza, che non ha riconosciuto il tempo in cui è stata visitata da Dio in Gesù e che, non avendolo riconosciuto, non può di certo pretendere di riconoscere qualcos’altro di vitale, luminoso, vero, divino, armonioso. Questa generazione verrà sepolta dalla polvere e dal fuoco, perché non c’è altro modo per far conoscere la verità e la sapienza agli uomini ammalati di scontentezza.

Vangelo di Luca 7,31-35

In quel tempo, Il Signore disse: «31 A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32 È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” 33 È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. 34 È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”
35
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».