Rovesci - Se è più...

Rovesci

Se è più facile lasciarci persuadere e convincere dalla paura che dall’amore, è ovvio che siamo rovesci. Se è più facile eccitare e appassionare con notizie di morte che con notizie di vita, è ovvio che siamo rovesci. Se è più facile creare consenso per generare conflitto e separazione che consenso attorno alla misericordia e all’unità, è ovvio che siamo rovesci. Se è più facile accettare le illusioni che accettare la realtà, è ovvio che siamo rovesci. Se è più facile rotolare una pietra per coprire la morte che rotolare via una pietra per lasciare libera la vita, è ovvio che siamo rovesci. Se è necessaria la legge per scambiarci un minimo di rispetto per la sopravvivenza, se è più facile giudicare i nostri simili, accusarli, calunniarli che amarli per quello che sono, nella comprensione e nel rispetto della dignità di ciascuno, se l’innocente è condannato con disprezzo violento e il malvagio è osannato come un eroe, è ovvio che siamo rovesci. Se ci è più facile trattenere con la mente le energie malvagie e velenose della rabbia e del rancore piuttosto che della gioia e della gratitudine, se ci è più immediato leggere la realtà nella sua frammentazione che nella sua interezza e unitarietà, se è più comodo fermarci alle apparenze che alla verità interiore e alla dignità della vita e di ogni vita, è ovvio che siamo rovesci. Se davanti al sepolcro vuoto è più logico concludere che il Signore è stato portato via e non ci è dato sapere dove possono averlo posto, piuttosto che ammettere che Lui si è semplicemente ripreso la vita, quella vita che nessuno poteva togliergli se Lui non l’avesse spontaneamente offerta, è ovvio che siamo rovesci. Se i discepoli, pur avendo conosciuto Gesù di persona, non sono riusciti a non dare per scontato nella loro mente che la morte potesse aver detto l’ultima parola anche per lui, è ovvio che siamo rovesci. Se è più facile celebrare il giorno di Pasqua per precetto, tradizione, devozione che come tenerissima, radiosa, festante risposta d’amore al travolgente amore di Dio che vince la morte e la paura per sempre, è ovvio che siamo rovesci. Se il sorriso del Risorto non riesce a spazzare via dalla nostra mente tutte le inquietudini, le paure, le preoccupazioni, i pensieri negativi, per abbandonarci teneramente e completamente nelle sua mani è ovvio che siamo rovesci.
Il giorno di Pasqua è il giorno in cui Gesù, rovesciando via la pietra del sepolcro, rovescia via completamente dal nostro essere l’essere rovesci nei confronti di Dio e della vita, dell’amore e della bellezza. La pietra del sepolcro è il simbolo potente della vita rovesciata che l’uomo si è fatto rovesciare da Satana e che Gesù è venuto a raddrizzare e a rimettere in asse per sempre, per liberare l’umanità dalla paura e donarle una nuova evoluzione spirituale ed esistenziale. La risurrezione di Gesù serve a ispirare l’uomo verso un rinnovato potente desiderio di ritornare in asse nello spirito, nella mente e nel corpo, nel cuore e nelle azioni di tutti i giorni. La risurrezione non solo ispira il desiderio di rimettersi diritti davanti a se stessi, a Dio e al creato, ma è la potenza spirituale che rende possibile, per chi lo desidera veramente, rimettersi in asse per vivere una nuova vita nella pace e nel benessere. Non fare della Risurrezione di Gesù il centro della vita è non accettare che la sua Parola è la più potente sorgente di ispirazione della storia per suscitare in noi il desiderio di ritornare a essere diritti e in asse, ed è la più potente occasione di rendere questo desiderio realtà di tutti i giorni. Per accettare le difficoltà di tutti i giorni, gli eventi incomprensibili, quelli non piacevoli o non voluti, non basta, per aiutarci, considerare come Gesù ha accolto e vissuto con amore la sua croce, ma è ancor più indispensabile considerare come Gesù si è liberato dalla croce e dalla morte con la risurrezione, perché la sua risurrezione ha rovesciato ciò che era rovescio, riportandolo diritto e in armonia davanti a Dio. Non il fatto che Gesù ha vinto la morte ha rovesciato il modo rovescio di vivere degli uomini ingannati da Satana, ma aver rovesciato con il suo vangelo il modo rovescio di vivere degli uomini comporta come prima conseguenza che la morte non ha più potere né catene a sua disposizione e la risurrezione di Gesù ne è la prova, il sigillo. La Parola di Gesù e la sua vita hanno riportato sulla terra a essere di nuovo diritto ciò che era stato reso storto ed era stato rovesciato dal Maligno, e segno reale che questo è accaduto con certezza è la risurrezione di Gesù. La morte non è più nulla, non ha più potere di farci morire. Dopo il giorno di Pasqua, chi crede in Gesù conosce perfettamente che la morte non fa più morire.

Vangelo di Giovanni 20,1-9

1 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!»
3 Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5 Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
6 Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7 e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
8 Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.