Peso

Peso

Il peso, ciò che appesantisce l’uomo, non è mai fuori dall’uomo, ma è dentro. Sono dentro il cuore e la mente dell’uomo i pesi che lo schiacciano e lo premono. I pesi dell’uomo sono gli attaccamenti, qualsiasi forma di attaccamento. Tra tutti, l’attaccamento più potente e pericoloso è l’attaccamento alla non consapevolezza, all’ignoranza. Il cuore e la mente dell’uomo, per paura, insicurezza, solitudine, preoccupazioni quotidiane, si possono attaccare così tenacemente a delle convinzioni umane da trasformarle in ideali, verità, modelli, norme, regole, dogmi, leggi, principi. Il cuore e la mente dell’uomo, per sete di potere, avidità, invidia, si possono avvinghiare così cocciutamente a delle convenzioni umane da trasformarle in intoccabili abitudini, sacre tradizioni, mode inviolabili. L’amor di pregiudizio genera l’amore per l’ignoranza. La predilezione per l’arroganza intellettuale genera la predilezione per la non conoscenza. Le lame del pregiudizio, i cristalli affilati dell’arroganza perforano e lacerano le vele dell’intelligenza umana, rendendole completamente inerti al vento potente e sempre inedito della sapienza e della conoscenza. Il peso dell’attaccamento alla non consapevolezza e all’ignoranza non dorme mai, toglie spazio esistenziale, riduce il movimento vitale, lega, imbavaglia, appesantisce la vita, schiaccia inesorabilmente verso terra sogni e desideri, impedisce di alzare lo sguardo al cielo, fa perdere continuamente il baricentro e l’equilibrio, rallenta, destabilizza, rende incerti e lenti. Agli occhi della non consapevolezza e dell’ignoranza i passi di Dio verso l’uomo sono sempre inattesi, bruschi, strani, imprevisti, improvvisi, motivo di sospetto, paura, disprezzo, ridicolo, accolti con noncuranza, indifferenza, presuntuosa arroganza. Agli occhi della consapevolezza e della sapiente intelligenza i passi di Dio verso l’uomo sono sempre attesi, delicati, armoniosi, desiderati, preparati, motivo di gratitudine soave e sacro rispetto, accolti con amante disponibilità, calda passione, umile e accorata serenità.
Il giorno della venuta intermedia di Gesù sulla terra sarà vissuto come un laccio che si abbatterà improvviso, inatteso, spaventoso, da tutti coloro che, a causa dell’ubriacatura degli inganni e la tensione procurata dalle preoccupazioni della vita, avranno amato e prediletto, scelto e favorito la non consapevolezza e l’ignoranza. Il giorno della venuta intermedia di Gesù sulla terra sarà vissuto come il giorno atteso, meraviglioso, radioso, liberante, in cui Lui, il Signore della Vita, farà nuove tutte le cose, da tutti coloro che avranno amato la conoscenza e l’intelligenza più dei propri attaccamenti, legami e pregiudizi. Il giorno del Figlio dell’uomo sarà vissuto come un incubo, con terrore da coloro che durante la loro vita si saranno fatti custodire, proteggere, difendere, soccorrere, accudire, guidare, amministrare, curare, educare dalla non conoscenza e dall’ignoranza uscite dalla bocca dell’uomo. Il giorno del Figlio dell’uomo sarà vissuto come il più grande sollievo e la più grande liberazione possibile, con cuore amante e riconoscente da coloro che durante tutta la vita si saranno fatti custodire, proteggere, difendere, soccorrere, accudire, guidare, amministrare, curare, educare dalla conoscenza uscita dalla bocca di Yeshua il Signore.

Vangelo di Luca 21,34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35 come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
36
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».