Pensare dietro - Va’ dietro...

Pensare dietro

Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini, letteralmente: Va’ dietro di me, Satana, perché non pensi le cose di Dio, ma le cose degli uomini.
Ypaghe opìso, “vattene dietro”: il verbo ypàgo vuol dire “conduco, porto sotto, aggiogo, sottopongo, mi ritiro, vado via”, l’avverbio opìso significa “dietro, indietro”.
Gesù letteralmente dice: vattene, torna a metterti dietro di me, a sottoporti a me, sei tu che devi seguire me e non io che devo venire dietro di te, e – unica volta che nei vangeli Gesù si rivolge a un uomo in questa maniera – lo chiama “satana”. Satana significa nemico, avversario, oppositore, accusatore. L’idea trionfante di Simon Pietro di un Messia vittorioso che non deve conoscere persecuzione, sputi in faccia, bastonate, tortura, umiliazione, croce e morte è frutto di un pensiero satanico, è il pensiero di un avversario al disegno di Dio.
In un altro punto del vangelo (Matteo 4,10) Gesù usa l’ingiunzione ypaghe, satanà riferendosi al diavolo: lo vuole scacciare, cacciare via senza mezzi termini; l’imperativo di ypàgo non ha perciò dopo di sé alcun avverbio. Qui invece, in Marco 8,33, subito dopo l’imperativo ypaghe c’è un opìso mu, “dietro di me”, perché Gesù non sta scacciando Pietro, non lo sta cacciando via da sé, il cuore di Gesù non fa questo con nessuno mai. Gesù sta dando a Pietro l’indicazione di dove essere, di dove stare con la mente, lo sta ispirando a ritrovare la direzione del cuore, lo sta guidando dove andare, nell’unico posto dove c’è direzione e vita: dietro a Gesù.
Davanti a Gesù, oltre Gesù, fuori da Gesù non c’è direzione utile, sana, liberante, pacifica, luminosa. Solo nella sequela dei suoi passi, solo nella sequela delle sue parole c’è direzione, altrimenti non c’è nessuna direzione. Se la nostra mente non è continuamente ricondotta a restare dietro a Gesù nell’umiltà, nel perdono, nella gratitudine, nell’accoglienza del presente di Dio, si perderà in ogni direzione possibile, in ogni direzione senza direzione e penserà le cose degli uomini, non quelle di Dio.

Vangelo di Marco 8,27-33

In quel tempo, 27 Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?» 28 Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
29
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?» Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30 E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
32
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33 Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».