Intenzionalmente, un villaggio di Samaritani rifiuta di ascoltare i messaggeri di Gesù: non ha nessuna intenzione infatti di ricevere Gesù, perché ha saputo che Gesù è diretto a Gerusalemme, dove si scontrerà, suo malgrado, con il potere religioso e politico, e questo gruppo sociale di samaritani non ha alcuna intenzione di essere coinvolto nella rivoluzione pacifica che Gesù è venuto a portare sulla terra, preferendo tenere il capo, le mani, il cuore e l’anima sottomessi e legati ai poteri forti della terra.
Intenzionalmente, un villaggio di Samaritani tiene lontano Gesù dalle proprie strade, perché sceglie di non compromettersi con Gesù e il suo messaggio, non vuole rischiare di essere in alcun modo collegato con quel nome così scomodo, chiacchierato, osannato, discusso, criticato, malignato.
Intenzionalmente, un villaggio di Samaritani non vuole incontrare Gesù, perché preferisce tremare di paura al suono della voce del potere religioso e politico, piuttosto che fremere di amore al suono della voce di Gesù. Decide di sottomettersi al giogo oppressivo del potere degli uomini, piuttosto che portare, nell’intelligenza e nel cuore, la responsabilità della conoscenza che scaturisce dal messaggio del vangelo.
Intenzionalmente, un villaggio di Samaritani respinge Gesù, perché ritiene più pericoloso immischiarsi con il nome di Gesù che vivere nell’ignoranza e nella paura, ritiene più dannoso ricevere il dono della Parola di Gesù, della sua conoscenza, dei suoi miracoli, e guarigioni, piuttosto che vivere sotto il dominio e il controllo dei potenti, delle istituzioni, degli imperi.
Intenzionalmente, un villaggio di Samaritani allontana da sé Gesù, perché ritiene molto più svantaggioso farsi illuminare e guidare da Gesù, piuttosto che farsi pilotare e manovrare dai poteri religiosi e politici degli uomini.
Intenzionalmente, un villaggio di Samaritani scaccia Gesù dalla propria vita, pensando di proteggere la propria incolumità, tranquillità e sicurezza, ma è proprio scacciando Gesù dalla propria vita che l’uomo attira su di sé il fuoco dal cielo che consuma incolumità, tranquillità e sicurezza, e questo non come una punizione divina, ma perché perfino il fuoco dei cieli ha l’intelligenza di riconoscere chi è il Signore della vita.