A cosa serve la barca da pesca di Simone, che è un pescatore? Serve per andare in mare a pescare pesce, ovvio. Qual è il lavoro, l’occupazione di Pietro, che è un pescatore da quando è bambino? Pescare pesce per guadagnarsi da vivere, ovvio. Agli occhi di Gesù quelle barche da pesca accostate alla sponda cosa sono e cosa possono diventare? Agli occhi di Gesù chi sono quei pescatori intenti a lavare e a riassettare le reti sulla riva e cosa possono diventare? In Gesù, per Gesù, con Gesù la barca di Pietro lì accostata alla sponda non è più una barca ma un’arca, l’arca nuova che contiene e trasmette la Parola, la Via, la Verità, la Vita, la Conoscenza, la Sapienza, la Legge suprema, la Legge dell’Amore, le Procedure della Vita per la vita. In Gesù, per Gesù, con Gesù la barca di Pietro diventa l’arca della nuova alleanza tra Dio e l’uomo, un radioso portale di luce per l’incontro tra il Figlio di Dio e il popolo di Dio, è il mezzo di comunicazione sublime attraverso il quale Gesù può ispirare gli uomini e le donne della terra a innamorarsi delle procedure evangeliche per garantirsi un’evoluzione spirituale e sociale meravigliosa, per vivere nella felicità e nella pace. In Gesù, per Gesù, con Gesù la barca di Pietro non serve più a pescare pesce ma diventa un canale di luce, dove Dio incontra l’uomo e dove l’uomo può incontrare Dio, è un tabernacolo di comunione tra l’uomo e il suo Signore, è la chiesa che conduce l’uomo a Dio, la casa senza porte, dove gli uomini e le donne vivono la comunione tra loro e con la vita.
In Gesù, per Gesù, con Gesù quei pescatori sfiancati dalla fatica e oppressi dalla delusione per la pesca fallimentare della notte, intenti a lavare e a riassettare le reti sulla riva, non sono più pescatori di pesce, non più. Ora, se Pietro e i compagni accetteranno l’invito di Gesù, diventeranno pescatori di uomini. Pescatori capaci di pescare uomini e donne di questa generazione dai fondali dell’ignoranza, per sollevarli alla conoscenza di Gesù e del suo messaggio liberante. Pescatori capaci di pescare uomini e donne di questa generazione dal mare dell’inganno, per condurli alla luminosa potenza e alla verità delle procedure evangeliche. Pescatori capaci di pescare i figli di Dio per portarli via dall’oceano delle credenze umane, dove l’induzione forzata di pensieri e di sistemi mentali, che nulla hanno a che vedere con la dignità, la bellezza, la libertà, la grandezza dell’uomo, ha sommerso l’umanità. Pescatori capaci di pescare i figli di Dio e di liberarli dai mari oscuri e infidi delle persuasioni, persuasioni occulte che sollecitano l’individuo ad affidare il proprio destino a un ristretto gruppo di finanzieri, ricchi possidenti, politici, rappresentanti religiosi, militari così che questo gruppo perverso possa, senza intralci, perseguire i propri capricci, la propria sconfinata avidità sulla pelle dell’umanità. Pietro e i compagni non sanno bene cosa accadrà loro e alle loro vite, ma all’affermazione di Gesù non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini la loro risposta è un sì. Un sì tanto vibrante di umana, genuina, sanguigna incertezza, quanto potente e incandescente di entusiasmo appassionato, pieno dell’ebbrezza dello Spirito Paraclito, un sì che si traduce nelle parole: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti. Pietro e i compagni ci stanno, rispondono sì a Gesù ed è una risposta degna di fede e di ammirazione, una risposta su cui l’umanità potrà contare con fiducia piena e abbandono totale, perché Pietro e i compagni fanno coincidere il loro sì al Maestro Gesù e all’umanità con la scelta di lasciare tutto. Dice il testo: e tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
I pescatori di uomini sono tali solo se, in nome del loro divino mestiere, lasciano tutto e tutti, ma proprio tutto e tutti. Non si può essere pescatori di uomini secondo il cuore di Gesù restando collegati all’ambizione, alla vanità, all’immagine, al prestigio, al dominio, al possesso delle cose, al potere, alla famiglia di origine, alla reputazione, alle comodità, al successo, all’approvazione. I veri pescatori di Gesù lasciano tutto ciò che appartiene al potere e alla vanità del mondo, sono l’arca di Dio in terra, l’arca che mai sarà sconfitta dalla potenza di Satana. Gli altri, anche se si fregiano del nome di pescatori del Maestro, sono impostori che hanno trasformato la chiesa, la barca-arca del Signore, in un transatlantico di potere e di dominio, che sta velocemente navigando verso uno scoglio che affiora appena dall’acqua. Quando la chiesa-transatlantico si schianterà sullo scoglio, piccola sarà la falla, ma impressionante per ogni mente umana sarà assistere alla velocità e alla violenza con cui affonderà. È di questo transatlantico religioso che Giovanni in Apocalisse 18,10 profetizza la fine quando dice: tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno:
Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un’ora sola è giunta la tua condanna, e ancora scrive al versetto 16: Guai, guai, immensa città, tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, e ancora al versetto 19: Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono: Guai, guai, immensa città, del cui lusso arricchirono quanti avevano navi sul mare! In un’ora sola fu ridotta a un deserto.
La barca di Pietro condurrà l’umanità all’incontro con il Signore che sta tornando e del transatlantico del potere religioso non resterà nemmeno il ricordo.