Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 17 Novembre 2023

32a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Sapienza 13,1-9; Salmo 18,2-5; Vangelo di Luca 17,26-37

Salmo 18,2-5

I cieli narrano la gloria di Dio.

2 I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
3 Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

4 Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
5 per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Vangelo di Luca 17,26-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «26 Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: 27 mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
28
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29 ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. 30 Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
31
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32 Ricordatevi della moglie di Lot.
33
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
34
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; 35 due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
[36] 37 Allora gli chiesero: «Dove, Signore?» Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Non se, ma quando e non alla fine

Gesù annuncia con certezza i giorni della sua manifestazione. Noi la definiamo venuta, ritorno, ma lui la annuncia come manifestazione. Anche nei giorni di Betlemme, nella sua manifestazione terrena di duemila anni fa, Gesù, il Figlio, si è manifestato all’umanità. Ora Gesù parla di un’altra sua manifestazione in giorni prestabiliti, ma non è affatto, come erroneamente può essere confusa, la manifestazione ultima della fine del mondo. Nei giorni del Figlio dell’uomo, nei giorni della sua manifestazione, non ci sarà il clima, la gradualità, la pace, l’intimità dei giorni della sua visita ai tempi di Betlemme. Sarà un’altra manifestazione del suo volto, non più bambino, non più in braccio a una madre che scappa dai nemici, non più vestito di tunica e calzari ai piedi, non più passibile di insulti e schiaffi, catene, flagelli, chiodi e sepolcro. Sarà una manifestazione del suo onnipotente, divino volto di Signore, Pastore e Re.
Le comete dal cielo avvisarono, allora, l’umanità per l’incontro a Betlemme, le comete, i pianeti, il sole avviseranno ancora l’umanità dal cielo per l’incontro con la Folgore, nei giorni prestabiliti. Per rivelare le dimensioni e le modalità della sua manifestazione, Gesù usa l’immagine e il simbolo del diluvio: Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Gesù identifica la situazione della generazione che assisterà alla sua prossima manifestazione con la situazione dell’umanità nei giorni del diluvio, tempi di totale inconsapevolezza, stupidità, vuoto spirituale e intellettuale. Nei giorni della sua prossima manifestazione non saranno le sue dolcissime parole e parabole ad ammutolire e a far fremere l’umanità, non sarà nemmeno il suo sguardo commosso e nemmeno la sua mano tesa a guarire tutte le infermità: l’immagine del diluvio indica chiaramente che sarà qualcos’altro. Per precisare il tipo di energie che saranno coinvolte nei giorni della sua manifestazione, Gesù usa l’immagine e il simbolo della distruzione di Sodoma. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Nei giorni della sua prossima manifestazione non saranno le sue potenti ispirazioni, il canto delle sue beatitudini a far ammutolire e a far fremere l’umanità, e nemmeno il suo mite e umile sguardo di Agnello silenzioso costretto al macello. L’immagine della distruzione di Sodoma, il fuoco e lo zolfo dal cielo indicano chiaramente che sarà qualcos’altro. Non se avverrà, ma solo quando. E non sarà alla fine.
Prepararsi potrebbe essere vantaggioso.