Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 6 Novembre 2023

31a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera ai Romani 11,29-36; Salmo 68,30-31.33-34.36-37; Vangelo di Luca 14,12-14

Salmo 68,30-31.33-34.36-37

Nella tua grande bontà, rispondimi, Signore.

30 Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
31
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento.

33 Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
34
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

36 Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne riavranno il possesso.
37
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Vangelo di Luca 14,12-14

In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei 12 che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13 Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Altra avvertenza

Come l’ambizione è generata dal senso di inferiorità, così l’incapacità di fare le cose gratuitamente deriva dal perenne senso della mancanza e della miseria. Il senso della miseria e della mancanza attivano nella mente la sete inestinguibile del controllo. Gesù avverte che fare le cose per ricevere sempre una ricompensa, una contropartita, è il modo più certo per vivere ulteriormente e per sempre nella miseria e nella mancanza, perché, profondere energia per poi averne il controllo, pone completamente fuori dal cerchio della ricompensa divina e celeste. Amare per ricevere ricompensa non è amore, ma desiderio di controllo. Così come rispettare, affaccendarsi, relazionarsi, donarsi, offrire per ricevere una ricompensa di qualsiasi tipo, non è altro che un modo di controllare e di avere il controllo. Controllare l’energia profusa dal proprio cuore avrà come conseguenza inevitabile voler controllare il destino degli altri. Voler controllare il destino degli altri è stupidità suprema e non avrà altra ricompensa che veder sfuggire tutto, proprio tutto dal cuore e dalle mani.