Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 25 Maggio 2023

7a settimana di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 22,30; 23,6-11; Salmo 15,1-2a.5.7-11; Vangelo di Giovanni 17,20-26

Salmo 15,1-2a.5.7-11

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
2 Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
8 Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

9 Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
10 perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

11 Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Vangelo di Giovanni 17,20-26

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «20 Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21 perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
22
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
24
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. 25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato.
26
E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Da dentro

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa. Letteralmente non è scritto “per coloro che crederanno in me mediante la loro parola”, ma “per i credenti per la loro parola in-dentro [greco: èis] me” (la preposizione greca èis, “verso, in direzione di”, indica sia moto a luogo, sia stato in luogo, “dentro, abitante, residente in un luogo”).
Coloro che si riconoscono di Gesù avranno la forza di evangelizzare altri uomini, non solo perché conoscono e possiedono la Parola di Gesù e da lui ne hanno ricevuto il mandato, ma prima di tutto perché sono immersi dentro la Parola, perché abitano, risiedono, vivono dentro la Parola e alla Parola stessa si appoggiano e in essa traggono forza. Nel passaporto di colui che ama e desidera seguire Gesù, là dove è scritto: “residente a”, dovrebbe essere annotato “nella Parola sua”.
La Parola di Gesù si può annunciare solo dall’interno della sua stessa Parola, più per residenza che per mandato. Tra conoscere, possedere la Parola e risiederci dentro c’è una differenza cosmica, simile a quella che c’è tra leggere le note di un brano musicale ed essere completamente dentro a un’orchestra che le sta traducendo in vibrazioni, che ne sta suonando la musica. Non si può annunciare la Parola da se stessi, ma solo se si è agganciati da dentro alla Parola stessa. Tuttavia c’è di più.
Come è vero che non si può annunciare il vangelo se non da dentro il vangelo stesso, è anche vero che l’annuncio delle procedure di Gesù deve assolutamente sviluppare unità, unione, condivisione in chi le ascolta. Se il vangelo non conduce all’unità tra le persone, all’unione tra i cuori, non è il cammino di Dio e non conduce da nessuna parte. Gesù prega intensamente perché il sommo bene dell’unità sia parte integrante della vita dei suoi, perché sa perfettamente che nulla ha senso e ha motivo di esistere se, nella meravigliosa diversità dei doni di Dio, chi crede nel Figlio non riesce a portare frutti di unità e condivisione.