Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 24 Maggio 2023

7a settimana di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 20,28-38; Salmo 67,29-30.33-36; Vangelo di Giovanni 17,11b-19

Salmo 67,29-30.33-36

Regni della terra, cantate a Dio.
Oppure: Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

29 Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
30
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

33 Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
34
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
35
Riconoscete a Dio la sua potenza.

La sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
36
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza
e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio!

Vangelo di Giovanni 17,11b-19

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: 11 «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
12 Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13 Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14 Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
17 Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19 per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Quale desiderio?

Qual è il desiderio di Gesù per tutti i suoi, per tutti noi? Qual è il desiderio di Gesù per cui prega il Padre, per il quale lui consacra se stesso, si dedica, si dona in eterno? Custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi: letteralmente custodisci loro nel tuo nome che hai dato a me; affinché siano uno [greco hèn] come [greco: kathòs] noi.
Gesù chiede con forza e infinita dolcezza al Padre di custodire i suoi dal Maligno, ma non è questo il desiderio di Gesù; questo è il mezzo indispensabile, la modalità meravigliosa e pacificante perché l’obiettivo, il desiderio si compia. Quale dunque è il desiderio di Gesù per i suoi, qual è il desiderio che Gesù chiede al Padre di realizzare al di sopra di ogni altra cosa? Qual è il fine della sua incarnazione terrena, qual è lo scopo della sua missione, il motivo per cui ha accettato il peso terribile della croce e della morte? Qual è il vero e unico desiderio che ha motivato la vita terrena, i miracoli, le parole, la morte e la risurrezione di Gesù? Affinché siano uno come noi. Questo è il desiderio, lo scopo, il motivo di tutto ciò che Gesù ha vissuto, detto e fatto, che coloro che credono in Gesù siano uno come Gesù è uno con il Padre e il Paraclito.
Non l’eroismo, l’evangelizzazione, la fede, l’organizzazione, le istituzioni, ma l’unità è il motivo di ogni cosa. Tutto nella vita o è assolutamente funzionale all’unità o non ha nessuno scopo e nessun significato.
Come in natura tutto è talmente diverso che non c’è una foglia uguale a un’altra, eppure tutto è unito all’uno e l’uno è unito al tutto, così nell’uomo la diversità è dono supremo dello Spirito per rendere più forte, ricca, efficace e bella l’unità. La separazione e la divisione, quando esistono, siano esse generate dal cuore dell’uomo per i motivi più nobili e giustificabili, sono sempre energia fornita al gioco di Lucifero. L’unità è l’energia di Dio, la divisione l’energia di Satana. Da nessuna forma di divisione potranno mai nascere frutti di unità. Se questo mondo conoscerà la vittoria dell’unità o della divisione, dipenderà esclusivamente da quale delle due forze decideremo di alimentare di più con le nostre scelte e azioni di ogni giorno. Ma cos’è l’unità se non amore, e cos’è l’amore, almeno su questa terra, se non perdono? Unità, amore e perdono fanno parte della stessa realtà divina. Tralasciare di usare il perdono è decidere di violentare l’amore; senza amore l’unità è violata e distrutta. Distrutta l’unità, la diversità è osteggiata come un maleficio, ciò che è nuovo e inedito, perseguitato e condannato a morte come un nemico mortale: la vita, così, è disintegrata nella sua ricchezza e complessità. Questo è il modo perché la vita, tutta la vita, ogni vita perda il suo movimento e la sua armonia. Il vero obiettivo di Satana è spingere l’uomo a una qualsiasi forma di divisione e separazione; non gli interessa il motivo per cui accade la divisione, né tra chi e che cosa, ciò che per lui conta è generare separazione e divisione in tutto ciò che l’uomo vive e tocca. In tutto questo mortale gioco di Satana c’è una cosa quasi incomprensibile per la mente umana, ed è che mai il suo obiettivo si realizza pienamente e in modo superbo come quando le persone si dividono e si separano, in qualsiasi modo e a qualsiasi livello, per i motivi più alti e nobili, in nome della giustizia e della religione, in nome dell’amore, per amor di verità e libertà, per difendere leggi e principi. Riuscire in questo processo, ingannare l’uomo in questo modo è il successo che lo fa sentire simile a Dio. 
Chi opera divisione, separazione, chi calunnia un suo fratello per le sue idee, chi condanna suo fratello perché è diverso, chi giudica un suo fratello per qualsiasi motivo al mondo, anche il più giusto e santo, è un omicida, opera per il desiderio di Satana e rende Satana più potente. Chiunque opera per la divisione, anche fosse in nome dell’amore più elevato e nobile, in nome della verità e dell’ortodossia, non vedrà mai il volto di Gesù, perché non sarà mai uno con lui.
Chi opera nell’unità e per l’unità, opera per il desiderio di Gesù: non giudica, non condanna, non separa, non divide e rende più potente ed efficace su questa terra il vento dello Spirito.
L’unità tra noi uomini non è solo un desiderio di Gesù: Gesù non potrebbe mai avere un desiderio che non sia al tempo stesso il nostro stesso destino eterno. Perciò, in questa esperienza terrena, è preferibile abituarci all’unità e non alla separazione: l’unità è l’eternità di Dio. La divisione e gli operatori di divisione conducono alla morte, sempre e per questo si auto-annulleranno, non dureranno per sempre. L’unità invece è per l’eternità, e tutta l’eternità è per l’unità.