Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 26 Gennaio 2023

Santi Timòteo e Tito, vescovi

Parola del giorno
Seconda Lettera a Timòteo 1,1-8; oppure Lettera a Tito 1,1-5; Salmo 95,1-3.7-8a.10; Vangelo di Luca 10,1-9

Salmo 95,1-3.7-8.10

Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2 Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

7 Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
8 date al Signore la gloria del suo nome.

10 Dite tra le genti: «Il Signore regna!»
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Vangelo di Luca 10,1-9

In quel tempo, 1 il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
2 Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3 Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
5 In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9 guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Prima di tutto

Per essere felici, i poveri non hanno bisogno prima di tutto di ricchezza, né i ricchi devono prima di tutto rinunciare a tutti i loro beni; gli affamati non hanno bisogno prima di tutto di pane, né gli schiavi di libertà. Per essere felici, gli ignoranti non hanno bisogno prima di tutto di conoscenza, i fragili non hanno bisogno prima di tutto di forza né i peccatori di santità. Per essere felici c’è bisogno prima di tutto e di ogni cosa di ispirazione. L’ispirazione compie qualcosa nel cuore che nessun’altra realtà è capace di compiere: il mutamento, la metànoia. L’ispirazione muove a qualcosa che per ora non si può nemmeno immaginare e, al tempo stesso, crea una nostalgia infinita, travolgente e impalpabile di qualcosa e di qualcuno che era parte di noi. Il mondo ha bisogno di essere ispirato, ha bisogno prima di tutto e di ogni altra cosa di essere inseminato da dentro, ispirato nell’intimo. È un lavoro senza fine questo. Un compito che può riempire i giorni e le notti di tutta la storia e di tutti gli uomini. Ispirare il popolo di Dio è oltre e prima di guidare, educare, correggere, evangelizzare, è prima e oltre ogni cosa.
Il primo saluto degli apostoli di Gesù è ispirazione, un’ispirazione alla pace, all’unità, all’armonia, un’ispirazione a cambiare, a cambiare sistema mentale, emozionale, a inserire il mutamento nella progettazione di ogni cosa, non per essere innovativi e alla moda, ma per intima e profonda metanoia interiore. Ispirare è far intravedere il perdono come risposta possibile al posto della vendetta, è mostrare la via della pace più funzionale della via della distruzione, la lode più salutare ed energetica della bestemmia e dell’ira. Ispirare è far intravedere la possibilità che alla soluzione completa si giunge rimuovendo la causa piuttosto che oscurando il sintomo, mostrare le vie del rispetto per il destino di ciascun essere umano, piuttosto che la via della calunnia, della provocazione, del ridicolo.
Un consiglio non accolto, resta un consiglio non accolto, un’argomentazione spirituale non percepita né accolta, rimane un’argomentazione spirituale fine a se stessa; una proposta non apprezzata rimane morta, ma un’ispirazione, un’ispirazione è energia purissima e potentissima che una volta donata, se non viene accolta, torna assolutamente in grembo di colui che l’ha ispirata. L’ispirazione non può andare perduta. Il più grande compito della nuova chiesa nascente è ispirare i popoli con le parole del vangelo a mutare rotta, a mutare obiettivi, ma in pace e nella gioia.
La cultura, la politica, la legge, i tribunali, i mezzi di comunicazione, i governi, i giudizi, le convenzioni, le convinzioni, le mode, le abitudini, le argomentazioni, non hanno in sé nessuna energia per ispirare i popoli al movimento verso la vita e l’unità. La nuova chiesa nascente non dovrebbe avere altra preoccupazione che ispirare tutto, ispirare sempre, ispirare tutti nel nome del Padre, del Figlio, del Santo Paraclito.