Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 19 Gennaio 2023

2a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera agli Ebrei 7,25-8,6; Salmo 39,7-10.17; Vangelo di Marco 3,7-12

Salmo 39,7-10.17

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

7 Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
8
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
9
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

10 Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

17 Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.

Vangelo di Marco 3,7-12

In quel tempo, 7 Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8 e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
9
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10 Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
11
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!» 12 Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Gettarsi

Gli uomini si gettavano su di Lui per toccarlo, letteralmente, continuavano a buttarsi addosso a Lui per cucirsi assieme, annodarsi e aderirgli. Si tratta dei due verbi greci epipìpto, “cado sopra, cado addosso, assalto, mi getto con tutto me stesso vorticosamente sopra” – a sua volta composto dalla preposizione epì, “su, sopra” e dal verbo pìpto, “cado, mi getto” – e àpto, qui in forma media, “mi unisco, cucio assieme, lego, annodo; mi attacco, tocco, aderisco, afferro, unisco insieme”. Gli uomini percepiscono che salute, pace, felicità, benessere, gioia, affetti, realizzazione, amore, proprio tutto dipende dal grado di unione o dal grado di separazione che si ha con Lui.
I demoni cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!»: i verbi sono prospìpto, “cado a terra” e kràzo, “grido”. I diavoli sono quelli che conoscono meglio Gesù, hanno una perfetta consapevolezza della sua origine ed essenza. Il verbo prospìpto “vengo a cadere in, mi lascio cadere verso, corro incontro a, mi prostro a, mi butto supplichevole a” è formato da pros, “in, su” unito a pìpto, “cado, mi getto”. Il verbo kràzo è un verbo onomatopeico. È un gracidare, un gracchiare, più che un grido è uno stridulo, uno stridore, è come un gridare qualcosa mezzi sbattuti dall’emozione forte di quello che si sta dicendo, a tal punto che le parole si annodano in gola. È un grido strozzato anche per l’importanza delle parole che sono nella bocca.
Uomini e demoni davanti a Gesù si gettano ai suoi piedi. È comunque tutto e sempre un gettarsi da parte di tutti in direzione di Gesù. Gli uomini si gettano addosso a Gesù per cucirsi a lui, per aderire a lui, per ricevere la sua forza e la sua divina armonia sanante; gli spiriti maligni si gettano per terra ai suoi piedi, sono costretti a fare l’atto di adorazione e a gridare chi è Colui che hanno davanti. La loro è un’adorazione paradossale, è un’adorazione al contrario, ma non possono tacere la potenza e la realtà di Colui che hanno di fronte. Urlano la loro disperata, gutturale adorazione al rovescio perché anche i demoni sentono che separati da Lui non c’è nulla che abbia senso di essere e di esistere, sentono l’agghiacciante abisso della separazione da Lui, ma sanno, sanno che per sempre non potranno più, mai più cercare di unirsi a Lui.