È fissando lo sguardo che ci si innamora. È fissando lo sguardo che si decide. È fissando lo sguardo che si ama, che si attende, che si conosce, che si prega, che si medita. È fissando lo sguardo che si decide perdono o vendetta, compassione o rancore. È fissando lo sguardo che si vede oltre o si decide di non guardare più da quella parte. È fissando lo sguardo che Giovanni Immergitore riesce a vedere Gesù fino a dentro al cuore e lo riconosce come l’Agnello, il mite, umile, divino Agnello di Dio. È fissando lo sguardo su di lui che riesce ad annunciarlo ai suoi discepoli in modo così liberante e potente da creare una nostalgia infinita in chi lo ascolta. È fissando lo sguardo che Gesù, il Maestro, ama Pietro, lo guarda dentro, lo sceglie, lo ridefinisce, lo fa rinascere da dentro come Cefa. È fissando lo sguardo su di lui che giorno dopo giorno ci innamoreremo di lui, fino al punto che lui e lui solo vivrà in noi, dentro di noi, e noi saremo immersi in lui, perché noi siamo quelli sui quali lui ha fissato lo sguardo, il suo sguardo dall’eternità e per l’eternità.
Quando ci sentiremo addosso e dentro il suo sguardo di amante, allora la consapevolezza ci concederà di diventare ciò che siamo, figli di Dio.