Il vecchio Simeone, dopo aver incontrato nel tempio di Gerusalemme Gesù, presentato secondo la Legge di Mosè al Signore, chiede il permesso di congedarsi da questa terra. Ora ha visto con i suoi occhi la Salvezza, la Luce, l’Incarnazione di ogni profezia e rivelazione, di ogni grazia e verità. Ora Mosè ha trovato il suo completamento e ogni profezia il suo compimento, l’attesa della storia è terminata.
Prima del riposo notturno, dopo una giornata di vita, la chiesa canta questo luminoso canto di fede e in queste parole ci invita a riconsegnare la nostra esistenza a Colui al quale essa appartiene, a Dio. Ogni giorno è un servizio a servizio della vita, ogni giorno è pieno di avvenimenti lieti e meno lieti, ma prima del sonno e del riposo è meraviglioso riconsegnare tutto a Dio, deporre nelle sue mani l’opera delle nostre mani, tutti i piani del nostro cuore, i desideri della nostra anima e chiedere di essere sciolti con un grazie da ogni cosa.
È bello chiudere gli occhi prima di dormire, sapendo che tutto quello che abbiamo vissuto nella giornata è stato comunque un incontro con la Salvezza, anche ciò che non abbiamo capito o apprezzato. È bello chiudere gli occhi ogni sera nella consapevolezza che tutto quello che ci ha dato la giornata è stato comunque e sempre una rivelazione della luce, una possibilità di crescere e di incamminarci verso la felicità e la pace. È bello addormentarsi per il riposo come se il sonno fosse parte del grande viaggio di ritorno, in totale abbandono, lasciando il nostro respiro e tutta la nostra essenza nelle mani del Signore Dio, sapendo che chi ha visto lui e in lui crede non conoscerà la morte che dissolve la vita nel nulla impersonale e senza senso, ma torna a casa, la grande casa di Dio.