Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 20 Novembre 2020

33a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Apocalisse 10,8-11; Salmo 118,14.24.72.103.111.131; Vangelo di Luca 19,45-48

Salmo 118,14.24.72.103.111.131

Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse!
Oppure: Nelle tue parole, Signore, è la mia gioia.

14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
24
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

72 Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
103
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.

111 Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
131
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.

Vangelo di Luca 19,45-48

In quel tempo, Gesù, 45 entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, 46 dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera.
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
47
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; 48 ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Il popolo pendeva

Tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo, tanto basta per i cervelloni del potere e della gerarchia religiosa e politica per decretare la condanna a morte di Gesù. Non lo possono proprio sopportare. Ma perché? Perché la gente lo ascolta. La gente lo ascolta volentieri, lo ascolta con sorpresa, lo ascolta con desiderio, lo ascolta pendendo letteralmente dalle sue labbra e dalle sue parole. Lo ascolta con quell’ascolto innamorato e sorpreso che loro, potenti e gerarchi, non hanno mai potuto rivendicare per se stessi. Nessuno mai li ha nemmeno lontanamente ascoltati, nel loro proferir parole, come la gente sta ascoltando il Maestro Gesù. I capi dei sacerdoti e gli scribi, le gerarchie religiose, da secoli e secoli, parlano al popolo per trasmettere la Parola di Dio e sono riusciti a compiere qualcosa di veramente impossibile. Sono riusciti a rendere lontana e noiosa la Parola di Dio all’orecchio e al cuore della gente. Sono riusciti in una cosa veramente impossibile. Pur avendo in mano la Parola più sorprendente di tutta la storia umana, sono riusciti a essere noiosi. Sono riusciti a diventare piatti e monotoni annunciando la vetta più elevata della sapienza e della conoscenza umana. Predicando la proposta sapienziale ed evolutiva più graziosa e apportatrice di gioia e bellezza mai sentita, sono riusciti a provocare fastidio e insofferenza. Sono riusciti a diventare barbosi e stucchevoli, nel trasferire le parole più semplici, dirette e vere in possesso all’umanità per dono divino. Sono riusciti a far diventare pesante e motivo di paura la grazia trasparente della Parola più leggiadra che esista. Pur possedendo la parola più luminosa e illuminante che esista, la più perfettamente dedicata al risveglio dell’uomo, sono riusciti ad addormentare e a intontire gli uomini per millenni. Sono riusciti a essere incolori e impersonali con la Parola più rivelatrice, personale, potente, fresca, innovatrice che l’uomo abbia mai conosciuto. Sono riusciti a stancare la gente riguardo alla Parola del Signore in modo così perfetto e capillare, da trasformare la sorgente cristallina, sfavillante, effervescente vividissima della Parola del Signore in uno stagno limaccioso, maleodorante, triste e inavvicinabile. Quelli che li ascoltano ancora o sono sordi o costretti dalla paura.
Hanno fatto questo e non è una questione di mancate capacità oratorie e comunicative: il motivo che ha reso possibile questo impossibile è un altro. Nessuno più pende dalle labbra della gerarchia religiosa e politica, perché la gerarchia religiosa e politica ha fatto di tutto per far pendere il popolo non dalle labbra lussureggianti della Parola di vita, ma dalle azioni delle banche, dal potere economico, dalla schiavitù del denaro. Gesù grida a costoro il motivo del loro fallimento: la mia casa sarà casa di preghiera.
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri. Si possono far tacere tutte le voci scomode, ma rimane difficile far tacere Lui. Ci hanno provato, ma né chiodi né pietra tombale sono bastati.