Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 16 Novembre 2020

33a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Apoclisse 1,1-5a; 2,1-5a; Salmo 1,1-4.6; Vangelo di Luca 18,35-43

Salmo 1,1-4.6

Al vincitore darò da mangiare dall’albero della vita.
Oppure: Il servo fedele riceverà la vita

1 Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
2
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

3 È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

4 Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
6
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Vangelo di Luca 18,35-43

35 Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. 36 Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37 Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!»
38
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!» 39 Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»
40
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: 41 «Che cosa vuoi che io faccia per te?» Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!» 42 E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
43
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Sorpresa

Il cieco grida. La gente sgrida. Il cieco grida che non vuole più essere cieco. La gente lo sgrida perché non c’è verso di cambiare quella situazione. Il cieco implora, intuisce che per aprire gli occhi deve iniziare a chieder pietà, la gente è più che mai convinta che il cieco non può che essere cieco e che deve smettere di disturbare. Il cieco implora, la gente deplora. Il cieco percepisce in Gesù il Signore della vita che può permettergli di non essere più cieco, la gente lo sgrida convinta che non ci sia altro da fare che ricacciare quel cieco nell’inevitabilità della sua condizione. Il cieco vede in Gesù che tutto può cambiare, la gente preferisce pensare che nulla deve cambiare, perché può solo cambiare in peggio. È così che l’uomo si è abituato alla cecità intellettuale e spirituale, alla miseria, alla mancanza di salute, ai guai, all’infelicità come se fossero il suo destino inevitabile, la sua croce onorevole, la volontà divina santificante. La gente si è abituata alla condizione del cieco, il cieco non ancora, Gesù non l’ha mai fatto, non lo farà mai.
Tutti, amici e nemici, si abitueranno alla tua condizione, perfino tu potresti farlo, ma Dio no, Dio non si abituerà mai al fatto che tu non sei secondo la ricchezza e lo splendore del tuo essere divino. Su questo ci puoi contare e in questo Dio ti sorprenderà sempre e per sempre. La vera sorpresa del cieco, nell’incontrare Gesù, è stata riscoprire se stesso e sorprendersi nel constatare come Gesù fosse del tutto d’accordo, pronto e puntuale nell’assecondare il suo desiderio di vederci. La più grande sorpresa di quando vedremo Dio sarà che vedremo noi stessi come lui ci aveva pensati e desiderati.
Il cieco grida, riconosce il suo Signore e implora pietà, e Gesù trasforma il suo desiderio, mai spento, in luce e illuminazione, così che quel povero cieco riconosca se stesso. Tutti gli altri che sgridavano sono rimasti ciechi, oscuri, stupidi e senza voce.