Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 14 Novembre 2020

32a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Terza lettera di Giovanni 5-8; Salmo 111,1-6; Vangelo di Luca 18,1-8

Salmo 111,1-6

Beato l’uomo che teme il Signore.

1 Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
2
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

3 Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
4
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.

5 Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
6
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

Vangelo di Luca 18,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli 1 una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2 «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3 In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
4
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
6
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»

Il grido

Due sono gli errori più grossolani dei potenti, dei governi, delle gerarchie religiose, degli aguzzini, dei torturatori, che abusano in ogni modo dell’uomo, e ancora due sono gli errori degli uomini di scienza, che offrono mezzi per abusare della natura. Il primo errore è che costoro, nella loro arroganza, credono che dai poveri, dalla sofferenza e dalla natura tutta non salga il grido. Pensano che il grido non si elevi possente solo perché riescono a renderlo muto attraverso il controllo dei mezzi di comunicazione mondiale, l’inganno e l’ignoranza. Il secondo errore, e questo è il più colossale, è che costoro credono che Dio sia sordo. Dio non è sordo. Non è mai stato sordo. Colui che, con il suono della sua Parola, ha creato tutto ciò che esiste, potrà mai essere sordo?
La verità è che il grido si eleva possente giorno e notte e non ha mai smesso. La verità è che Dio non è sordo, non lo è mai stato. Il grido entra nelle orecchie. Quando le orecchie sono sature, entra nel cuore. Quando il grido satura il cuore, scende nelle braccia e nelle mani. Maria, nel suo cantico, descrive splendidamente questo processo quando afferma che Dio ha spiegato la potenza del suo braccio.
Il grido dei poveri e della natura, della sofferenza, della miseria, della paura, del terrore, della fame ha saturato le orecchie, ha gonfiato il cuore di Dio, e ora il grido è sceso alle sue braccia e alle sue mani. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. È una minaccia? Affatto. Un avvertimento? Nemmeno. È semplicemente come funziona. E come funziona? Funziona che sarebbe molto, molto più vantaggioso e meno pericoloso che il grido dei poveri e della natura avesse orecchie anche tra gli uomini. Dalle orecchie passerebbe al cuore e dal cuore alle braccia e alle mani, e qualche grido potrebbe finalmente smettere e trasformarsi in canto di gioia. Ma se il grido della sofferenza ha solo le orecchie di Dio, di Dio saranno anche il braccio e la mano che faranno giustizia e ripristino. Avere fede in Dio aiuta enormemente, se non a diventare perfetti, almeno a crescere nella consapevolezza che Dio non è sordo al nostro grido e, ancor più, non è sordo al grido di coloro che, per il loro grido, non hanno che le orecchie di Dio.