Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 6 Novembre 2020

31a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera ai Filippési 3,17 - 4,1; Salmo 121,1-5; Vangelo di Luca 16,1-8

Salmo 121,1-5

Andremo con gioia alla casa del Signore.

1 Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore»!
2 Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

3 Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
4 È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
5 Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Questo salmo può essere cantato utilizzando la melodia di ANDREMO CON GIOIA ALLA CASA DEL SIGNORE
 

Vangelo di Luca 16,1-8

In quel tempo, Gesù diceva 1 ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
3
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4 So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
5
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?” 6 Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7 Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?” Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
8
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Mondo e luce

I sistemi del mondo hanno princìpi insani, tenebrosi e disarmonizzanti, legati esclusivamente all’interesse economico, al potere, al prestigio, al personale vantaggio ma, nel raggiungere i loro obiettivi, hanno un metodo, seguono un metodo ben preciso, che deve portare ai risultati previsti. I figli del mondo, i figli dell’addestramento umano, per perseguire i loro perversi obiettivi, verificano continuamente la validità del metodo e la qualità e la quantità degli obiettivi raggiunti.
I figli della luce seguono principi sani, luminosi e armonizzanti ma, nel perseguirli, non hanno metodo, non seguono un metodo preciso che garantisca loro di raggiungere dei risultati. I figli della luce credono che l’amore e il bene, i motori del loro muoversi, siano sufficienti per garantire il raggiungimento e la realizzazione dei loro obiettivi luminosi, ma è un grave errore.
Nella luce e nelle tenebre tutto ha bisogno di un metodo, di una verifica. In natura tutto segue un metodo ben preciso che garantisce la sopravvivenza delle specie e della vita. Per un verso, i figli del mondo, nel loro sistema di tenebra, hanno imparato dalla natura, prima e meglio dei figli della luce, come tutto ciò che deve funzionare deve avere e seguire un metodo ben preciso e una verifica continua. I figli della luce, su questo, sono estremamente più sprovveduti e illogici, disorganizzati e senza metodo. Questo atteggiamento mentale li abitua a considerare il fallimento e il mancato raggiungimento degli obiettivi come frutto della volontà divina, considerando la provvidenza divina come una specie di superiore compensazione alla loro mancanza di metodo e intelligenza, una specie di obbligatoria perenne supplenza divina.
Quando Gesù afferma che senza di lui non possiamo fare nulla, non vuole certo dire che lui si arrangia a fare tutto così che l’uomo può rimanere inerte e passivo. Afferma invece che gli uomini devono fare tutto quello che scelgono di fare sempre con lui, mai senza di lui. Gesù ci ha ricordato che tutto ciò che i figli della luce desiderano fare, per raggiungere i loro obiettivi di luce, prevede tanto l’abbandono nella sua potenza amante, quanto l’utilizzo di tutte le capacità e le potenzialità intellettuali e spirituali fornite loro dalla creazione, attraverso metodo e verifica precisi e sempre in evoluzione. Per annunciare bene e con efficacia il vangelo, per fare catechesi, per esercitare la solidarietà, per sostenere i deboli, per aiutare chi ha bisogno ci vuole metodo, non solo passione. Anzi la potenza dell’amore e la forza della passione si manifestano nella funzionalità e nell’intelligenza del metodo. Per questo il Padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza, aveva agito cioè con metodo preciso ed efficace, perfettamente adatto al raggiungimento del risultato.