Letteralmente è scritto: in questi due comandamenti tutta la legge è sospesa [greco: kremànnumi] e i profeti.
Kremànnumi, “appendo, sospendo, impicco”, è il verbo della crocifissione, dell’appendere alla croce: la radice qrem richiama il telaio su cui tessere, il piolo su cui appendere. Indica che lì c’è il principio per cui tutto sussiste, tutto può stare in piedi e resistere. È il punto alto, il punto di fissione. L’accadico keremu significa “mantenere, sostenere”.
Gesù ci rivela il cuore di tutto e di ogni cosa, il principio primo dell’uno e del tutto, la prima legge dominante per cui ogni cosa esiste e vive, la sintesi di ogni valore e metodo evangelico, il telaio divino a cui ogni parola di Dio, ogni ispirazione e profezia sono legate. È il punto fermo a cui tutto, tutto è legato da sempre, per sempre. Tutta la storia dell’uomo, la sua crescita e maturazione sapienziale, la sua evoluzione spirituale, scientifica e sociale, la sua salute fisica e intellettuale, le sue relazioni, il suo cooperare con il proprio lavoro all’opera creatrice, tutta la vita individuale e collettiva dell’uomo è sospesa a queste divine procedure: Amerai – questo futuro greco traduce il futuro ebraico, costruzione grammaticale con cui si esprime un comando, il comando, ama – il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Nella croce, l’umanità ha sospeso Gesù per gridare a Dio Padre che Gesù non è stato percepito affatto come amico e Signore, ma come il nemico impostore supremo. Nella croce, Dio Padre ha lasciato sospendere suo Figlio per gridare all’umanità che, amico o no, Gesù è colui che incarna, realizza e annuncia la procedura dell’amore e, senza di lui, non potremo fare nulla, anzi, verremo nullificati in tutto ciò che senza di lui stiamo facendo. A quell’ama e a quella croce, che lo incarna fino al sangue e al dono totale, tutto è sospeso.