Secondo Gesù, la vita dell’uomo non dipende dai suoi beni, dai suoi averi. Per i sistemi mentali, per le abitudini e lo stile della vita di questa generazione, questa affermazione è una prospettiva assolutamente nuova, sbalorditiva, praticamente non condivisibile, avulsa da ogni logico realismo. La prova è nel fatto che anche oggi milioni di persone hanno ricevuto l’ordine di combattere e uccidere e molti altri, anche senza ordini dall’alto, hanno messo mano alle armi per una striscia di terra, per un confine, per la supremazia e il controllo di una fetta del mercato mondiale, per un appalto in più, per riempire un magazzino. L’affermazione di Gesù non è certamente condivisibile dalla politica e dall’economia di questa generazione, ma è un dato reale e inoppugnabile che è la cupidigia, cioè l’avere di più, il desiderio di avere più grande, il desiderio di superiorità, preminenza, guadagno che sta macellando l’umanità, riempiendo la terra di sangue e di ogni ignobile ingiustizia, sporcando l’acqua che dobbiamo per forza bere e l’aria che dobbiamo per forza respirare.
Gesù ripete con forza a questa generazione illusa e disperata: Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede, perché almeno lui sa per certo che l’uomo non può vivere senza acqua, non può vivere senza aria, senza cibo, senza libertà e dignità. La cupidigia non è un problema morale, ma è una forma di disallineamento con le forme più elementari di sopravvivenza. La cupidigia è un acido potentissimo, l’unico che veramente ha il potere di bruciare spirito, mente e corpo senza lasciarne traccia che nella cenere e nel fumo delle macerie a perdita d’occhio.