Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 5 Ottobre 2020

27a del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera ai Gàlati 1,6-12; Salmo 110,1-2.7-9.10c; Vangelo di Luca 10,25-37

Salmo 110,1-2.7-9.10

Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
Oppure: Il Signore è fedele alla sua alleanza.

1 Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
2
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.

7 Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
8
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine.

9 Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
10
La lode del Signore rimane per sempre.

Vangelo di Luca 10,25-37

In quel tempo, 25 un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?» 27 Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28 Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?» 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?» 37 Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Fa’ questo e vivrai

È stato l’errore più devastante, mortale, allucinante mai compiuto dall’umanità. Questo errore perpetrato nei secoli e millenni è la vera, unica, immane fonte, causa, origine di tutti i nostri guai e malattie, guerre e disperazione, ingiustizie e miseria. Nessun altro errore dell’uomo ha conseguenze così gravi e pericolose. In tutta la storia dell’umanità, niente al mondo ha mai causato schiavitù, malattia, pazzia, omicidi e massacro come non accorgersi di questo errore e rimanere in questo errore. L’errore è considerare l’amare o il non amare Dio una questione di confessione religiosa e considerare l’amore o il non amore per il prossimo una questione di comportamento morale.
Il testo ebraico dice letteralmente: Ama il Signore Dio tuo con tutta la tua mente-cuore-parte interna, con tutta la tua anima corporata e con tutto il meglio di te. Ama il prossimo tuo come te stesso. Gesù non dice: fa’ questo e sarai buono, bravo, santo, secondo la tradizione della tua religione, uomo di Dio, moralmente corretto. Gesù dice: fa’ questo e vivrai. Secondo Gesù amare Dio e il prossimo non è sul piano della religione e della morale, ma sul piano della sopravvivenza. Fa’ questo e vivrai, dice Gesù. L’alternativa ad amare Dio e il prossimo non è non amare Dio e non amare il prossimo, non è non appartenere a un contesto religioso o a una costituzione morale, l’alternativa è morire, morire in tutti i sensi e le dimensioni immaginabili e possibili. Amare è per vivere, è per non morire. Amare per vivere è ancora prima di vivere per amare, perché se l’uomo non capisce che per vivere è indispensabile imparare ad amare, non avrà vita e tempo per imparare ad amare. Non amare Dio non è evitare la spiritualità, non amare il prossimo non è rinnegare la morale, ma è intaccare la sopravvivenza stessa, attaccare e combattere la vita, la tua vita, ogni vita. È morire nella mente, nell’intelligenza, nelle emozioni, nel DNA, attraverso malattie, disarmonie, miseria, fame, sete, paura, schiavitù, ingiustizie, orrori e oscurità. Questo è il principio a cui è sospeso tutto ciò che vive. Se ami il Signore Dio tuo con tutta la tua mente-cuore-parte interna, con tutta la tua anima corporata e con tutto il meglio di te, se ami il prossimo tuo come te stesso, vivi e vivrai, se non ami, morirai. Chiaro, evidente, inequivocabile, non interpretabile. La vita o la morte, la salute o la malattia, la fame o il benessere, la guerra o la pace ce la giochiamo dentro l’anima, nella scelta di amare o di non amare quotidianamente, e non a colpi di tradizioni religiose o di appartenenze a sistemi morali. Fa’ questo e vivrai dice Gesù e non è un ricatto, è una procedura di funzionamento, un’istruzione per l’uso, la regina delle informazioni, il principio primo di ogni illuminazione e conoscenza. Fa’ questo e vivrai è una splendida notizia, è la splendida notizia di Gesù, è l’annuncio più gaio mai annunciato e conduce alla felicità vera. Ecco perché tutto il messaggio di Gesù è racchiuso in un testo che si chiama vangelo, da euanghèlion, parola greca che significa appunto buona notizia, felice notizia. Fa’ questo e vivrai è il principio, il fine, il vangelo, è Gesù, è tutto, è sempre, è per sempre.