Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 17 Settembre 2020

24a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Prima lettera a Corìnzi 15,1-11; Salmo 117,1-2.16-17.28; Vangelo di Luca 7,36-50

Salmo 117,1-2.16-17.28

Rendete grazie al Signore perché è buono.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleuia.

1 Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
2
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

16 La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
17
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

28 Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.

Vangelo di Luca 7,36-50

In quel tempo, 6 uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37 Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38 stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39 Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!» 40 Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41 «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42 Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?» 43 Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44 E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46 Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47 Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48 Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49 Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?» 50 Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!»

Cieca

È sempre cieca. È matematico, è un assioma. È sempre, terribilmente, ostinatamente, incredibilmente, completamente cieca. A volte è sfrontata e insolente, altre volte è spudorata e impudente, quasi sempre sfacciata, ma è sempre, sempre cieca. È estremamente pericolosa e quando si trasforma in arroganza diventa letale per la sopravvivenza dell’uomo, perché non solo è cieca, ma soprattutto è assolutamente certa di vederci, e di essere l’unica a vederci bene e completamente. Cos’è?
È la compagna di pensieri di Simone, il fariseo che invita Gesù a cena. È la presunzione. La presunzione è sempre, terribilmente, ostinatamente, incredibilmente, completamente cieca, e in più crede di essere l’unica a vederci chiaramente. È la presunzione che rende stupido e cieco il modo di argomentare di Simone, che dice tra sé, riguardo a Gesù e alla donna che gli sta accarezzando i piedi, se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice. La presunzione crede di vederci, crede di aver capito, crede di sapere ma in verità è cieca, perfettamente, completamente cieca. Simone è certo di aver capito, è sicuro di conoscere Gesù e la donna peccatrice, è certo di vedere, è certo di sapere, ma è cieco, completamente cieco, oscurato, e Gesù in modo amabile e gentile glielo fa notare con forza e chiarezza. Infatti Gesù si rivolge a Simone con una domanda che si potrebbe rivolgere solo a un cieco: Vedi questa donna? È evidente che Gesù si rivolge a Simone come a un perfetto cieco, anzi, peggio, come a un cieco colpito dalla più inguaribile cecità che è quella di chi crede di vedere. Simone è pieno della presunzione di saper vedere, di saper capire, di saper comprendere, in verità la sua presunzione lo rende cieco e stolto, irragionevole e irrispettoso. Con la sua domanda, Gesù cerca di aprire gli occhi a Simone su una profonda ovvietà: Simone in verità non ha ancora visto nulla della vita, di se stesso, di Dio, nemmeno di Gesù che ha lì davanti, della donna ai piedi di Gesù che stava riempiendo della fragranza dell’amore ogni angolo della casa.
In tutta la sua esperienza terrena, in ogni parola e gesto Gesù non cercherà altro che aprire gli occhi degli uomini su questa ovvietà: la presunzione rende ciechi.