Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 16 Settembre 2020

24a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Prima lettera a Corìnzi 12,31 - 13,13; Salmo 32,2-5.12.22; Vangelo di Luca 7,31-35

Salmo 32,2-5.12.22

Beato il popolo scelto dal Signore.

2 Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
3
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

4 Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
5
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

12 Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
22
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

Vangelo di Luca 7,31-35

In quel tempo, Il Signore disse: «31 A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32 È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” 33 È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. 34 È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”
35
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Magari

Magari Gesù non fosse quello che è, il Figlio di Dio. Magari Gesù fosse un profeta, un illuminato, o addirittura una favola mitologica, un’impostura religiosa, un’invenzione devozionale. Magari. Magari Gesù non fosse quello che è, il Figlio di Dio Altissimo incarnato che è venuto a visitare la nostra terra e la nostra generazione per liberarla dal Maligno e condurla alla luce dell’amore di Dio. Magari. Se Gesù non fosse quello che è significherebbe che dobbiamo e possiamo aspettare dell’altro e qualcun altro, e dunque che c’è ancora tempo. Se Gesù non è l’apice di ciò che poteva esserci donato dal cielo per la nostra salvezza, allora dobbiamo e possiamo aspettare di più e di meglio di lui, ma se lui è quello che dice di essere, lui è l’ultimo segno per questa generazione umana, l’ultimo, il definitivo. In Gesù, a questa generazione, è già stato dato tutto, il tutto oltre il quale altro non c’è né può essere dato. Questo significa che, se questa generazione non lo ha ascoltato, non lo ha amato, non ha voluto seguire le sue procedure, altro per questa gente non ci sarà.
Se Gesù è Gesù, e l’umanità non ha gradito la sua presenza e la sua parola, significa che questa generazione non potrà mai più trovare qualcosa o qualcuno di suo gradimento che sia per la vita e provenga dalla luce. In Gesù finiscono le proposte, le possibilità, le indicazioni, le prospettive, le opzioni, il tempo, le scelte. Per questa generazione sarebbe meglio, molto meglio, se Gesù non fosse quello che è, perché potrebbe attestarsi nella speranzosa e spudorata attesa di qualcos’altro, prolungando così il tempo dei suoi affari e interessi, della sua devastante pigrizia e ignoranza. Ma così non è, Gesù lo afferma chiaramente e senza possibili equivoci: È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Con queste parole Gesù rivela che chi doveva venire è venuto. È venuto Giovanni l’Immergitore, il profeta dei profeti, la voce severa che grida dal deserto l’avvento della via della giustizia, l’asceta austero, il mistico eremita oltre ogni possibile immaginazione umana, e questa generazione l’ha giudicato un indemoniato, un figlio del male, un’aberrazione umana, un posseduto dal male, un servitore del maligno. È venuto Gesù, il Figlio di Dio, il Santo dei santi, la Parola, il pensiero-logos di Dio fatto carne, la voce gentile e amorosa che ispira e scalda il cuore degli uomini, e questa generazione l’ha giudicato un vorace goliardico abbuffone, un amante delle sfrenate bisbocce goderecce. È sceso tra noi il Pane del cielo e il Vino celeste per riempire il calice della nuova ed eterna alleanza, e di lui questa generazione ha detto che gozzovigliava con il pane della terra e si ubriacava del vino delle cantine. È venuto Gesù, il mite e umile di cuore, l’Agnello di Dio, il Pastore Bello, il Principio di tutte le cose, la Vita, la Verità, la Via, colui che ci ha mostrato e rivelato amore e compassione per l’uomo, oltre ogni possibile aspettativa e attesa, e questa generazione lo ha definito Belzebùl, il demonio in persona, il re dei demoni che si stravizia con uomini e donne di malaffare, così stupido da passare il suo tempo a combattere se stesso cacciando i demoni dagli uomini. È venuto Gesù, è sceso dal cielo indifeso bambino, ha annunciato ogni bellezza e sapienza, ha guarito ogni ammalato, sanato ogni cuore che desiderava essere sanato, ha liberato l’umanità dal capestro della morte e questa generazione l’ha trattato come un impostore malvagio, e l’ha massacrato ed eliminato come se lui fosse un insulto per Dio. Da come questa generazione, lunatica, capricciosa, incoerente, illogica, insaziabilmente esigente, lamentosa, incontentabile, ha trattato e continua a trattare Gesù il Figlio del Padre, qualche dubbio sulle sue reali capacità intellettuali e di comprensione è legittimo.
Magari Gesù non fosse quello che è, il Figlio di Dio. Magari. Almeno questa generazione potrebbe non essere contenta di lui perché in attesa di un altro, ma se questa generazione non è contenta di Gesù, che è Dio, questa generazione è incontentabile semplicemente perché non vuole, non vuole essere contenta. Non voler essere contenta, questo è il peccato di questa generazione, questa la sua condanna, questo il suo inferno, questo il suo destino.