Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 11 Settembre 2020

23a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Prima lettera ai Corìnzi 9,16-19.22b-27; Salmo 83,3-6.12; Vangelo di Luca 6,39-42

Salmo 83,3-6.12

Quanto sono amabili le tue dimore, Signore!

3 L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

4 Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
 dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

5 Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.

6 Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.

12 Perché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina nell’integrità.

Vangelo di Luca 6,39-42

In quel tempo, Gesù 39 disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40 Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
41
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42 Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Come facciamo?

Gesù se lo chiede spesso. Come facciamo a continuare a giudicare gli altri, pensando di difendere qualche brandello di verità e giustizia o di raggiungere una qualche forma d’illuminazione e di pace? Quando giudichiamo i fratelli, eleviamo la nostra cecità e la nostra stupidità in cattedra, e da quel pulpito discende, come cascata, ogni possibile malvagità, scempio, violenza e danno per l’umanità.
Qual è l’uomo che nel proprio cuore e nella propria mente può affermare di avere la visione onnipotente e onnipresente di Dio, per sapere esattamente tutto e ogni cosa di tutti, per poter esprimere un giudizio e stilare una condanna? Chi esprime un qualsiasi giudizio su di una persona, prima di sapere tutto e perfettamente ogni cosa e ogni dettaglio sulla vita e sull’essenza di quella persona, è un cieco malvagio che si pone arrogantemente al posto di Dio, è guida cieca di altri ciechi. Costui si pone contro Dio, espande l’inganno e l’oscurità nel mondo. Giudicare un fratello è il modo più perfetto per diventare un servo al servizio del Maligno. Fare del giudizio il proprio orientamento mentale, il proprio metodo spirituale, per combattere il male e purificare gli altri, è il modo più sicuro per diventare figlio adottivo di Satana. Giudicare e condannare è l’attività mentale e spirituale che identifica Satana come Satana. Giudicare i fratelli è come unirsi fisicamente con Satana. Chi può giudicare se non Dio e Dio solo? Giudicare i fratelli è la posizione mentale, il meccanismo psichico che ci pone al posto di Dio, ed è questo sottile e profondissimo atto di idolatria che impedisce qualsiasi evoluzione spirituale ed emotiva, blocca la realizzazione dei propri sogni divini, delle potenzialità creative. La mente, così ossessivamente occupata dal giudicare, è e rimane una mente vulnerabile davanti al pericolo, pilotabile dai poteri forti, debole perché separata. Ed è proprio una mente così ossessionata dal giudizio e dal pregiudizio, debole e cieca, che genera in sé quell’insanabile bisogno di adoperasi per salvare e guidare gli altri, ma lo fa solo come un cieco può fare con un altro cieco, diventando così la più patetica e pericolosa fonte di guai e oscurità senza fine della storia umana.
Qual è l’uomo o la donna che su questa terra, a causa di ferite inferte e ricevute, non ha la trave enorme ben piantata nell’occhio, nel cuore, nell’anima, nella mente? Ma la realtà più terribile del processo del giudicare è che nessun processo mentale umano come il giudicare, innesca e attira per risonanza il giudizio di Dio. Chi giudica entra in risonanza energetica con il movimento di Satana, e purtroppo attira inevitabilmente per risonanza il giudizio di Dio. Ecco perché il vangelo ci ricorda che chi giudica sarà giudicato, chi condanna sarà condannato, con la misura con cui misurate sarà misurato a voi in cambio (Matteo 7,1-2). Gesù si chiede ancora come facciamo. Come facciamo a continuare in questa prospettiva mentale e spirituale così fanaticamente stupida e distruttiva? Gesù si chiede ancora come facciamo, e chi ce lo fa fare.