Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 3 Settembre 2020

22a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Prima lettera ai Corìnzi 3,18-23; Salmo 23,1-4b.5-6; Vangelo di Luca 5,1-11

Salmo 23,1-4b.5-6

Del Signore è la terra e quanto contiene.

1 Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
2 È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

3 Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
4 Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

5 Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
6 Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Vangelo di Luca 5,1-11

In quel tempo, 1 mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
8
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
11
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Sulla tua Parola

Quando nella nostra vita qualcosa, una realtà, una relazione, non funziona, noi perdiamo il nostro tempo, concentrati a consumare tutte le nostre energie nel cercare un colpevole, o nel ritenerci colpevoli, e, al tempo stesso, pensiamo che sia una sfortuna o che qualcuno ce l’abbia con noi. Questo atteggiamento mentale è rimanere in quella notte, l’oscura e inutile notte in cui Pietro ha faticato e lottato per non pescare nulla. Ma questa notte non è frutto del caso o della sorte.
Anche per non far funzionare le cose è necessario metodo, bisogna seguire una procedura ben precisa. Esiste un modo, quel certo modo, quel modo certo per cui le cose non possono andare in alcun modo a buon fine: è il modo con cui si rimane nella notte dell’ignoranza e dell’affaticamento inutile, dello spreco delle energie senza risultato né benessere, è la procedura di Satana.
Quando Gesù propone a Pietro di gettare nuovamente la rete, Pietro risponde a Gesù in modo assolutamente splendido e intelligente: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti. Pietro è consapevole del fallimento, e non solo del fallimento della sua pesca notturna, ma di tutte le altre procedure offerte all’uomo dalle varie agenzie religiose, culturali, politiche, lungo tutta la storia, per far funzionare le cose.
Pietro è anche consapevole che, in nome e sulla parola del Maestro, tutto può cambiare e la pesca sarà sempre fruttuosa per il benessere di tutti. Non perché la Parola di Gesù crea necessariamente il miracolo, lo sconvolgimento delle leggi naturali – che comunque la Parola può compiere quando vuole –, ma perché è la Parola della Procedura di come tutto può funzionare perfettamente secondo le leggi di Dio e del suo amore.
Pietro, con l’affermazione sulla tua parola getterò le reti, rivela al mondo qualcosa che il mondo, dopo duemila anni di annuncio evangelico, non ha ancora sfiorato e conosciuto, tanto meno cercato di realizzare. Gettare le reti è un’azione che rappresenta tutto il lavoro, lo studio, la ricerca, l’impegno, le scelte, le azioni umane atte a trovare benessere, vita, felicità, sicurezza e pace. Pietro rivela al mondo che gettare le reti, seguendo le procedure dettate dal vangelo, è, prima di un atto di fiducia, un atto di profonda intelligenza, di riverenza, rispetto, obbedienza a quel modo, quel certo modo, quel modo certo per cui le cose non possono che andare a buon fine. È un atto di fiducia totale nella Parola, un atto di amorevole e grato abbandono nella Procedura che viene da Dio, dal Signore, dal Bel Pastore che ha cura vera e amorosa delle sue pecore. È un atto potente e deciso dello spirito che, nella mente e nel cuore, rinnega la parola e le procedure dettate all’umanità dai lupi rapaci del potere, dagli avvoltoi famelici del gruppo dei vantaggi, dalle serpi malvagie che vogliono l’ignoranza della gente e che Gesù, in Matteo 23,13, apostrofa: scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente [tenete la gente nell’ignoranza delle procedure]; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.