Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 23 Agosto 2020

21a del Tempo Ordinario – Anno A

Parola del giorno
Isaìa 22,19-23; Salmo 137,1-3.6.8bc; Lettera ai Romani 11,33-36; Vangelo di Matteo 16,13-20

Salmo 137,1-3.6.8bc

Signore, il tuo amore è per sempre.

1 Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
2 mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore
e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
3 Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

6 Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
8 Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l'opera delle tue mani.

Vangelo di Matteo 16,13-20

In quel tempo, 13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» 14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
15
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?» 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
17
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
20
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Le chiavi

Se tu dovessi partire per un lungo viaggio, daresti mai le chiavi di casa tua a qualcuno di cui non ti fidi completamente? No, mai.
Cosa c’è nella tua casa di così importante? Ci sono le cose, i beni della tua vita e ci sono e ci vivono le persone a te care.
Dunque, per dare le chiavi della sua casa a Pietro e ai discepoli, Gesù deve essersi fidato decisamente molto di queste persone. La casa di Gesù, la chiesa, non è un posto fisico, non è un’istituzione, non è una linea gerarchica, ma è una dimensione dello spirito, è un modo di essere, di vivere, di agire, è uno spazio spirituale. In questa dimensione spirituale sono presenti e vengono protetti tutti i beni, le “cose” della conoscenza e della sapienza che Gesù vuole donare all’umanità e, al tempo stesso, tutto in questa casa è centrato sulla cura e la protezione, la guida e il risveglio degli amatissimi figli di Dio che Dio vuole guidare fino al Cielo dei cieli, nell’eternità. Affidare le chiavi della sua casa a Pietro e ai discepoli è dunque un atto di immensa fiducia e stima. Gesù sa perfettamente che Pietro e i discepoli non avranno nessuna possibilità di compiere efficacemente un tale compito con le sole forze dei circuiti mentali e dei muscoli umani, e lo sottolinea chiaramente quando dice: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. Anche Pietro sa perfettamente che se un giorno si trovasse a tradire il suo compito, comportandosi come fosse il padrone o, peggio, abusando dell’autorità affidatagli, diventando complice dell’ignoranza e della schiavitù dei figli di Dio, gli saranno tolte le chiavi e saranno affidate a qualcun altro. La chiesa di Dio, la casa dove si deve aver cura di proteggere le conoscenze del vangelo per rivelarle e annunciarle al mondo, la casa dove risiedono le persone care al Padrone, i figli di Dio, non potrà mai essere distrutta dal Maligno. Ma i portinai, ai quali Dio affida la sua casa, i suoi beni e la cura dei suoi figli, possono essere sempre sostituiti se non restano fedeli al loro compito.