Cosa manca all’invito del Re per essere gradito agli invitati? Qualcosa deve mancare per forza, vista la fatica degli invitati a rispondere! È un invito triste? No, è un invito a nozze, è l’invito per la festa meravigliosa del Figlio. Allora è un invito poco chiaro? No, è stato ripetuto in molti modi e da molte voci. Forse è un invito senza prospettive di divertimento? No, è l’invito a un banchetto gigantesco, immenso, meraviglioso. Senz’altro è un invito per una festa mal organizzata? No, la festa è organizzata divinamente, è il caso di dirlo, tutto è pronto, buoi e animali grassi già sul fuoco a rosolare, il banchetto è favoloso. Cosa manca all’invito del Re, tanto che gli invitati hanno preferito far finta di nulla o addirittura andare a lavorare il campo o a seguire gli affari? Cosa c’era d’irrispettoso e violento nell’invito del Re, tanto che i latori dell’invito sono stati presi, insultati, malmenati, uccisi? Cosa manca all’invito del Re, per essere stato motivo di tanta indifferenza o di tanta violenza? Una cosa manca. Manca quella cosa che, se non c’è, rende tutto così incerto, disordinato, pericoloso, imprevisto. All’invito del Re manca l’obbligo, manca la precettazione. L’invito del Re è libero, assolutamente libero e liberante. Questo lo rende motivo di sospetto per alcuni, di invidia per altri, oggetto di cupidigia per altri ancora. È la libertà intrinseca dell’invito che lo rende poco attraente agli occhi degli invitati ed è sempre la libertà dell’invito che scatena la corsa al possesso, al controllo, al trattenere. E anche quando, all’invito del Signore della vita, la reazione violenta dell’umanità viene sedata nel sangue e nel fuoco dalle forze stesse della natura – nella parabole nominate come le truppe del Re –, anche allora, con la sala piena di altri invitati, il peso della libertà si fa ancora sentire. L’invitato senza vestito a festa rappresenta appunto coloro che rispondono all’invito della vita senza apprezzare la potenza e la libertà dell’invito divino.
A qualsiasi gruppo di invitati tu appartenga, visto che sei stato invitato, non dimenticare l’abito della festa, fratello, non per paura, ma per onorare, con il tuo sorriso e con la solennità della tua gratitudine, la gloria della vita e il nome del Signore della vita.