Questa parabola si può certo riferire alla chiamata del Signore alla vita di fede e al servizio del regno di Dio, chiamata che accade per ciascuno in tempi e modi diversi, ma, allargandola alla vicenda di tutta la storia umana, il suo significato è ancora più denso e potente.
Non ci è dato di sapere a quanto tempo fa possa corrispondere l’alba della parabola evangelica, ma si può intuire che, a orari successivi, nella giornata della creazione, gli uomini hanno avuto l’occasione di ascoltare dalla viva voce del Signore, l’invito a servire la vita e a servirsi della vita in modo pieno, intelligente, onorato, armonioso, spiritualmente evoluto, per rendere gloria allo splendore dell’opera creativa. Di certo l’invito a lavorare con onore nella vigna del creato era legato anche a una paga, a una ricompensa che non poteva che essere la moneta del benessere pieno e condiviso, la pienezza della pace e della felicità. Quante e quante volte l’uomo si è evoluto, nelle svariate direzioni possibili all’intelligenza, per poi dover ricominciare da capo perché aveva perso il senso dell’esistenza, l’asse spirituale, l’armonia interiore e il volto di Dio?
Non ci è dato di conoscere quante volte e in quali modi il Signore della vita sia uscito lungo le strade della vita e della storia, per richiamare e ispirare i suoi figli, guidarli, illuminarli, risvegliargli. Di certo ci è dato di conoscere come ogni spicchio di umanità, ogni civiltà e periodo abbiano risposto, in modo più o meno intonato, all’invito del Signore che li chiamava a servire la vita e a servirsi della vita con amore e sapienza.
In tutto questo immenso processo di comprensione ed evoluzione, la nota proprio stonata è il mormorare dei primi “lavoratori della vigna” sul comportamento del Signore della vita rispetto alla paga pattuita. Denota che, se anche sono partiti per primi, sono partiti per primi per niente, se ancora nel loro cuore alberga invidia, invidia per la bontà di Signore della vita. Sono partiti per primi senza risultato, se ancora pensano male del Signore della vita, pensano male del suo patto, della sua giustizia, della sua visione onnipossente della vita e di tutte le cose.
I primi sono proprio partiti per niente, se ancora nel loro cuore il senso del dovere non si è evoluto in iniziativa appassionata, in libera dedizione amante, se il peso del vivere o il non senso non si sono evoluti in piena gratitudine del cuore e in gratuità del gesto.
In qualsiasi orario della storia tu sia stato chiamato a servire la vita e a serviti della vita, non mormorare, fratello, non mormorare mai contro il Signore della vita.