Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 10 Agosto 2020

San Lorenzo, diacono e martire

Parola del giorno
Seconda lettera ai Corìnzi 9,6-10; Salmo 111,1-2.5-6-9; Vangelo di Giovanni 12,24-26

Salmo 1,1-4.6

Beato l’uomo che confida nel Signore.

1 Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
2
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

3 È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

4 Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
6
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Vangelo di Giovanni 12,24-26

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 24 «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
25 Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
26 Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».

A cosa serve?

Perché devo morire? Chiede il seme al filo d’erba. Perché devo morire? Chiede il filo d’erba alla spiga. Perché devo morire? Chiede la spiga ai chicchi. Perché dobbiamo morire? Chiedono i chicchi alla farina. Perché devo morire? Chiede la farina al pane. Perché devo morire? Chiede il pane alla bocca. Perché ciò che non muore non si trasforma, e ciò che non si trasforma non diviene ciò che è già nell’essenza e dunque non porta frutto, ma rimane separato, separato dall’Uno. Non è la morte il cuore di questa evoluzione, la morte è solo il termine simbolico che rappresenta il meccanismo necessario, su questa terra, per lasciare andare una parte, per servire la vita ed entrare nel tutto. Il cuore di tutto questo straordinario processo è la vibrazione. L’energia della vita vibra in ogni essere vivente e realtà del creato in quel particolare modo che ne determina la forma, la dimensione, il funzionamento. Tutto è vibrazione, ogni cosa è vibrazione. Se il seme teme di perdere la sua vibrazione, se rimane tenacemente concentrato nella sua vibrazione di seme e vuole possedere la sua vibrazione di seme, non diventerà mai filo d’erba, non si avvicinerà alla sua essenza, non servirà al tutto, non procederà verso l’Uno; resterà separato, resterà solo e non porterà alcun frutto. Questo meccanismo permette al bruco di lasciar andare per sempre la sua sistemazione per stendere le ali da farfalla, permette al ghiacciaio di sciogliersi e sparire nel torrente, al torrente di gettarsi nel fiume e al fiume nel mare. Questo è il modo in cui tutto rende, così, gloria a Dio.
In questo modo, di vibrazione in vibrazione, ogni essere, ogni realtà vivente, se lascia andare, se in qualche modo cede quella vibrazione che le è propria, per servire il tutto, porta molto frutto, è molto utile, procede verso l’Uno; e l’Uno onora senza sosta questo morire, ridonando armonia a tutto e a ogni cosa.      
In questo processo la Vita Suprema, Dio Padre celeste, di vibrazione in vibrazione, tutto sta orientando a sé, all’unità e all’armonia. Trattenere, possedere, non lasciar andare è di certo il modo più efficace e sicuro per non essere utili a nessuno, per non portare frutto, rimanere soli e tristi, lontani dall’Uno, senza armonia.  
Gesù esprime tutto questo in modo semplicissimo e immediato. Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.