Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 8 Agosto 2020

18a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Abacuc 1,12 - 2,4; Salmo 9,8-13; Vangelo di Matteo 17,14-20

Salmo 9,8-13

Tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.

8 Il Signore siede in eterno,
stabilisce il suo trono per il giudizio:
9
governerà il mondo con giustizia,
giudicherà i popoli con rettitudine.

10 Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso,
un rifugio nei momenti di angoscia.
11
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.

12 Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate le sue imprese tra i popoli,
13
perché egli chiede conto del sangue versato,
se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri.

Vangelo di Matteo 17,14-20

In quel tempo, 14 si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio 15 e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. 16 L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
17
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». 18 Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
19
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?» 20 Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

La senape

La fede non è credere a qualcosa o a qualcuno, non è offrire la propria aderenza mentale o spirituale a un credo, a un’ideologia, a una divinità. Fede non è un generico credere in Dio, che si oppone a un generico non credere in Dio. Fede è saper usare un’energia dalle potenzialità infinite, energia che deriva da un rapporto di totale fiducia e intimità con Dio. Fede è sapere in pienezza, è essere completamente consapevoli, senza il minimo dubbio e sospetto, del fatto che l’energia che deriva dal fidarsi di Dio rende possibile anche l’impossibile. La fede è energia cosmica universale, che ha la potenza di modificare la materia e ogni realtà esistente. Secondo Gesù basta un pizzico di questa fede, di questa energia per spostare le montagne. Gesù afferma: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile, e la storia ha interpretato questa affermazione come un’enunciazione paradossale, volutamente esagerata, unicamente simbolica, non come in realtà Gesù ce l’ha proposta, cioè come una delle più altissime verità e procedure capaci di indirizzare completamente la vita dell’uomo verso il benessere e la felicità. Secondo l’affermazione di Gesù la fede è divina energia potentissima che può fluire nelle mani e nel cuore dell’uomo, rendendolo capace di realizzare ogni desiderio e ogni aspirazione, senza limiti. Ma quali sono le condizioni perché questa energia fluisca così potente nell’uomo, tanto da rendergli possibile l’impossibile? La condizione indispensabile perché nell’uomo fluiscano l’energia e la forza divina della fede per cui Gesù afferma nulla vi sarà impossibile è che l’uomo non sia mai, consapevolmente o inconsapevolmente, in rivolta e in sfida con Dio. Solo il cuore e lo spirito dell’uomo che mai pensano male di Dio possono usare la potenza sconvolgente della fede. Pensare male di Dio è pensare, anche se in modo sottile e inconscio, che lui sia in qualche modo la causa della nostra sofferenza, del nostro dolore, della nostra tristezza o miseria. Pensare male di Dio è ritenerlo in qualche modo coinvolto nel male che attanaglia il mondo o che può accadere nella nostra vita. Pensare male di Dio è perdere la purezza del cuore, è il modo più sicuro, certo e perfetto per spegnere l’energia cosmica della fede e non potersene più servire per realizzare i propri sogni e desideri. Quando l’uomo pensa male di Dio perde l’utilizzo dell’energia possente e divina della fede, perde il potere per cui nulla gli è impossibile, e la perdita di questo potere lo spinge a sostituire il potere della fede con la fede nel potere. L’uomo che ha reso impuro il proprio cuore, pensando male di Dio, non riuscirà più a usare la potenza della fede per dominare le cose della vita secondo i propri desideri, ma sarà sospinto a usare la fede nel dominio per affrontare la vita e gli eventi. L’uomo che pensa male di Dio perde la forza della fede e si sottomette necessariamente alla fede nella forza, cancellando nella propria vita ogni benessere, pace, felicità, salute e armonia.