Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Venerdì 24 Luglio 2020

16a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Geremìa 3,14-17; Salmo: Geremìa 31,10-12b.13; Vangelo di Matteo 13,18-23

Salmo: Geremia 31,10-12b.13

Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

10 Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

11 Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
12Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

13La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni».

Vangelo di Matteo 13,18-23

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, 21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Non dorme mai

Non c’è un istante in cui Dio non semini come pioggia universale e vivificante la sua Parola in Gesù e nello Spirito Paraclito. Non c’è pausa nelle mani di Dio, non c’è sonno negli occhi di Dio, egli semina sempre e continuamente la sua Parola fatta di ispirazioni, illuminazioni, intuizioni, stati di grazia in mille e mille modi e tempi, in tutti e ciascuno. La sua Parola è un seme di verità e conoscenza, di liberazione e guarigione che scende e defluisce continuamente come un fiume di luce e di bellezza che tutto circonda e compenetra, e, anche se nessuno sa come, la sua Parola porterà sempre e certamente il suo frutto. In questo preciso istante la Parola di Dio sta avvolgendo, teneramente stringendo, accarezzando, coprendo, abbracciando la nostra persona più dell’aria e della luce, più di ogni possibile campo elettromagnetico. La Parola di Dio in Gesù scende nel cuore dell’uomo nei momenti di grazia e gratitudine, ma scende fedele e regolare, senza conoscere sosta, anche nei momenti di solitudine e paura, nei deserti di fede e amore.
Anche il Maligno non dorme mai e non si concede tregua per far sì che la Parola di Dio che scende nel cuore dell’uomo possa trovare continui impedimenti e fastidi, blocchi e reticenze. L’impedimento preferito dal Maligno è l’ignoranza, fare in modo cioè che, se anche l’uomo incontrasse la Parola di Gesù, non la possa comprendere, non riesca a decifrarla per ignoranza e mancanza di strumenti utili per capirla. Se la Parola viene accolta con ignoranza, è più facile per il Maligno strapparla dal cuore e dalla mente dell’uomo. Il vangelo chiama questo processo il seme che cade sulla strada. Alla luce di questo processo satanico, quale potrebbe essere il compito più prezioso da offrire all’uomo, se non consegnargli gli strumenti utili per imparare a comprendere e a conoscere la Parola in modo da permettergli di uscire dalle fauci dell’ignoranza e difenderlo così dal furto del Maligno? Altro sistema che il Maligno usa per rendere difficile l’incontro del cuore dell’uomo con la Parola è quello che il vangelo descrive come terreno sassoso. Dove il Maligno non può impedire che la Parola venga accolta con gioia ed entusiasmo, perché compresa con la forza della conoscenza, lì si dà da fare con le tribolazioni, le pressioni sociali e affettive, le persecuzioni piccole e grandi causate dalla Parola, per indurre il cuore dell’uomo a mollare la presa e a desistere. Il seme della Parola seminato tra i rovi, secondo l’immagine del vangelo, riguarda colui che comprende e ascolta la Parola, mentre il Maligno riesce a sostituire la passione e l’amore per essa con la preoccupazione del mondo, l’ambizione, l’avidità, la seduzione della ricchezza. In questo modo il Maligno riesce a soffocare la Parola nel cuore e nello spirito dell’uomo ed essa non dà frutto. Ma allora chi mai potrà portare frutto buono con i semi della Parola, se il Maligno non molla un attimo e non fa pausa con i suoi sistemi di indubbia efficacia per soffocare in noi la Parola? Con le sole forze umane, impossibile. Ma un segreto c’è ed è efficacissimo. Per non dare spazio all’opera del Maligno è indispensabile non dormire mai, restare più tempo possibile sotto la pioggia della Parola. Trasformare la giornata in un continuo, intimissimo, segreto, amante rapporto d’amore con il Signore della Parola e con la sua Parola. Il segreto è trasformare ogni dialogo interiore, ogni pensiero, ogni parola interiore in una sua Parola. Ci vuole un po’ di allenamento per imparare a ripetersi dentro non le parole umane dei nostri pensieri e preoccupazioni, dubbi e paure, ma le Parole di Dio. Poi, quando diventa normale, è meraviglioso e non si riesce più a farne a meno. Il segreto è rimanere inchiodati (in Apocalisse resto inchiodato è espresso con èsteka) nella sua Parola in pace e in assoluta determinazione. Si può usare una brevissima frase del vangelo, la parola-invocazione-benedizione di un salmo, una parola di liberazione e guarigione di Gesù. Per rimanere dentro la sua Parola si può usare anche un’immagine della vita di Gesù, un fatto della sua vita raccontato dal vangelo, un miracolo, un incontro particolare. Per rimanere dentro la sua Parola si può meditare e immaginare, tenere la mente e il cuore beatamente concentrati sulla soglia della grotta della natività, abbracciati a Maria ai piedi della croce, o in cammino con Lui nei giorni radiosi della sua risurrezione. Trasformare la giornata in una immersione in Lui e nella sua Parola vince tutte le strategie del Maligno e permette alla Parola di portare i suoi meravigliosi frutti.